La Cava di Bauxite
“No ragazzi andate voi.. Io aspetto qui!”
Non se lo fecero ripetere due volte. Si avventurarono subito senza batter ciglio. Io li guardavo dall’alto. Il caldo unito alle vertigini mi accelerarono il battito cardiaco e intanto loro, lenti e decisi, scesero tra i rovi fino ad arrivare all’acqua. La cava di bauxite bruciava di rosso sotto il sole di quei giorni d’agosto.
Tutto il suo colore esplodeva esaltando ancor di più il contrasto con l’acqua verde smeraldo. Non si percepiva a vista il fondo di quel lago, ma dai tuffi fatti dai ragazzi non doveva essere vicino.
La terra cadeva a strapiombo nell’acqua perdendosi tra l’afa e l’odore di mare. Luca fu l’ultimo del gruppo a muoversi, è sempre stato il padre di famiglia della comitiva. Quello che chiude la fila per assicurarsi che tutti stiano bene. Mi si avvicinò e mi prese la mano.
“So che vuoi scendere a fare il bagno anche tu… Tranquilla, ci sono qui io. Ti guardo le spalle.”
La tecnica era facile: “Piega le gambe e scendi lateralmente… tieni le braccia giù, allarga il baricentro e se dovessi scivolare afferra gli arbusti, ma stai tranquilla.. che ce la fai”. E fu così. Io avanti e lui dietro raggiungemmo la fine della discesa.
Un gruppo di girini nuotava a galla e da quella distanza così ravvicinata l’acqua era troppo scura e decisamente meno invitante. Ma ormai eravamo arrivati lì, non tanto per la fatica quanto per il caldo, almeno un tuffo dovevamo farlo. “Cla, allora, ci tuffiamo?”
Ci tuffammo e nuotammo insieme agli altri. Ancora mi domando se quella fosse stata una scelta intelligente: ritrovarsi con milioni di spine nei piedi per fare il bagno in un’acqua probabilmente non balneabile. Ma tant’è, eravamo giovani. Oddio, siam sempre dei ragazzini eh! Ma a rifarlo oggi mi porrei qualche domanda in più. Anche se forse le cose con te non cambierebbero. Gli altri si butterebbero a capofitto, io tentennerei, e alla fine arrivi tu e mi convinci. Sicuro, un copione già letto. Mi hai sempre spinta e incoraggiata, mi sei sempre restato accanto, guardandomi le spalle, ed io mi sono sempre appoggiata a te. Anche in quel soleggiato pomeriggio d’agosto alla cava di bauxite. La mia roccia, il mio orgoglio, il mio grande amico.
Tra tutte le forme d’amore l’amicizia è probabilmente la più rara.