Parole
L: Quante ne sono state dette? Di parole, quante ne sono state dette?
L: Io dico tante.
L: Io dico nessuna.
L: Allora cosa proponi? Sentiamo la proposta. Stiamo zitti?
L: Diciamo le parole giuste, è diverso.
L: Stai rischiando grosso, Lawson. Guardati, sei impantanato.
L: Impantanato?
L: Sei impantanato, guardati! La vita è un gioco, lo vuoi capire?
L: La vita non è un gioco, la vita è la vita e tu ti contraddici!
L: È vero, mi contraddico. Ma chi non lo fa? Tu credi forse di seguire una coerenza? Una logica?
L: Io non credo niente, vivo e basta e tu smettila di instillare dubbi, non fai breccia.
L: A giudicare da come alzi toni si direbbe proprio il contrario.
L: Lawrence. Sono state dette troppe parole. Io sono stanco.
L: Tu fuggi.
L: Non fuggo, fratello mio, ho solo preso una posizione e ti prego di rispettarla.
L: Lei non ti ama Lawson, non ti ama, Angeline non ti ama!
Breve silenzio.
L: Tu sai tutto, vero? Tu capisci sempre tutto. Ma cosa ne sai tu delle persone? Eh? Rispondi. Che cazzo ne sai tu delle persone? Cosa cazzo ne sai? Stai zitto! Coglione, infame, bastardo, stai zitto! Chiudi quella cazzo di bocca di merda! Devi solo stare zitto, non devi rompere i coglioni a questa famiglia, hai capito stronzo? Va’ via! Via! Levati dai coglioni una volta per tutte! Fottuto bastardo, via! Via!
L: strattonato da Lawson – E lasciami, faccia di merda, lasciami! Sono tuo fratello, cazzo! Ma si può sapere che cazzo ti prende? Ti sei mangiato il cervello! Cazzo!
L: Non io, le persone! Le persone mi hanno mangiato il cervello, hai capito? Le fottute persone di merda che stanno là fuori, fuori da questa cazzo di terra! Io non ci metto più piede là dentro, hai capito? Col cazzo che ci torno… in quell’inferno!
L: Nessuno ti ha chiesto di tornare.
L: Allora mi spieghi cosa cazzo sei venuto a fare qui? A rovinare la mia serenità! Ecco perché sei venuto! Volete lasciarmi in pace, cazzo? Dillo anche alla mamma e al papà, diglielo! Diglielo che non mi dovete più rompere i coglioni! Questa è la mia vita e non torno indietro!
L: Nessuno ti sta chiedendo questo, Lawson, cazzo! Calmati!
Silenzio.
L: Lawson…
L: Tu lo sai cosa ho provato io, Lawrence.
L: Lawson…
L: Non voglio più stare come prima. Le tue parole mi fanno male, io non voglio più sentirle.
L: Abbiamo solo paura, Lawson, lo devi capire.
L: Paura? E di che?
L: Del mondo che ti sei edificato attorno.
L: Tu dici è un’illusione, ok. Beh sai cosa penso? Preferisco la mia illusione al mondo che ci hanno edificato attorno. La vita è un gioco, l’hai detto tu.
L: Fratello mio, è giusto quello che dici, non credere che io lo non capisca. Almeno di me non crederlo, ti prego.
L: Lo so, lo so, Lawrence, lo so. Lo so che tu mi capisci.
L: Sei felice, Lawson?
Lawson non risponde.
L: Lawson?
L: Comunque più di prima. Sono sereno almeno.
L: Potresti essere felice, Lawson, lo sai. Potresti essere felice, felice sul serio!
L: Non vedo come.
L: Non sei predestinato, cazzo! Devi levartela dalla testa questa idea di merda! Sei chiuso nella stessa prigione da quando sei nato e hai le chiavi in tasca!
L: Non è questo il punto! Non sono io, è là fuori!
L: Là fuori ha il volto che gli dai. Lo sai meglio di me, Lawson, perché devo dirti la verità che ti sussurri nella pancia prima di dormire? Ogni notte quando ti stendi a letto e la vedi, Angeline, voltata di spalle, che non ti ama. Tu hai paura, Lawson, ma io sono qua per darti una mano, non ti lascio solo.
L: Smettila, Lawrence, va’ via.
L: No che non vado.
L: Lawrence.
L: Non me ne vado, Lawson, non ti lascio solo.
Lawson mette le mani in faccia a Lawrence e lo spinge a terra.
Breve silenzio.
L: resta al suolo Ecco. La tua bella campagna.
Lawson scoppia a piangere.
L: Non è colpa tua, Lawson. Adesso però è ora che ti rialzi.
L: ride appena tra le lacrime Guarda da che prospettiva dici certe cose.
L: Conservi sempre il tuo umorismo. Vieni qua, coglione. Dammi una mano.
Lawrence gli tende la mano e lo aiuta a rialzarsi.
Lungo silenzio durante il quale si riprendono entrambi.
L: Guarda che non mi hai convinto.
L: Lo so, ti conosco. Ci vorrà del tempo.
L: Non cominciare. Ti prego. Ti prego solo di risparmiarmi le tue insinuazioni, abbi rispetto per un essere umano. Ti prego. Ti prego.
L: Hai ragione. Perdonami.
Silenzio.
L: Dov’è finita la vecchia Columbine? Qua non la vedo.
L: Nella spazzatura.
L: Scherzi?
L: Apparteneva al passato, come tutto il resto.
L: Lawson, la Columbine! Eravamo bambini, perché l’hai fatto? Davvero, non c’era ragione!
L: Dobbiamo forse ricominciare?
L: Tu esageri sempre!
L: Sono fatto così, mi conosci.
L: Era un ricordo del nonno e tu l’hai fatta sparire così? Nella spazzatura?
L: Era una fabbrica di schifezze.
L: Era una bella cosa, Lawson! Era una bella cosa. Attraverso te era una bella cosa.
L: All’inizio forse, poi è diventata uno strumento di morte.
L: Uno strumento di morte! Bella questa! Tu sei pazzo.
L: Poco male.
L: Te lo ricordi il giorno che l’abbiamo battezzata?
L: Credo.
L: Lawson.
L: Certo che mi ricordo, Lawrence, certo.
L: Te la ricordi Columbine?
Lawson non risponde.
L: Lei ti amava.
L: Eravamo bambini, Lawrence.
L: E ora che siamo? Cos’è cambiato, Lawson, dimmi?
L: Ricominci?
L: Certo che ricomincio, devo farti ricordare!
L: Tu non devi proprio niente, Lawrence, hai capito? Nessuno ti ha chiesto un cazzo di niente!
L: Te lo ricordi Lawson, che sapore ha l’amore?
L: Fuori da casa mia.
L: L’hai dimenticato, fratello mio.
L: Smettila.
L: Hai dimenticato tutto.
L: Lawrence.
L: Non provi più niente.
L: Lawrence, ora basta.
L: Non sei più niente.
L: Lawrence, per l’ultima volta…
L: Io sto morendo.
Lawson lo fissa.
L: Ho il cancro, Lawson. Breve silenzio. Un paio di mesi fa ho iniziato a perdere peso senza apparente motivo, avevo spesso la febbre, mi sentivo sempre stanco.
I dottori parlano di sessanta giorni, forse novanta o forse un mese.
Pensare troppo mi ha mangiato il cervello, fratello mio. Non sei il solo.
Tu ti nascondi qui. Dietro i tuoi sassi, le spighe, la pietra grezza di questi muri.
È tutto molto bello, davvero, Lawson. Vorrei vivere quello che mi resta in questa stessa illusione che ti sei costruito attorno. L’odore del caffè alle prime luci del giorno, il vento freddo dell’autunno che fa ballare via i pensieri, i fiori, il fuoco, la legna, i tuoi pastori tedeschi.
Non voglio che rinunci a questo. Al contrario, vorrei lo vivessi come io farei adesso.
Ma probabilmente ti chiedo troppo, hai ragione.
L: Lawrence…
L: No, Lawson, è vero. Io ho sbagliato a venire qui. Hai ragione tu, io capisco sempre tutto… io non capisco niente. Vengo qui a rovinare la tua serenità con la mia presunzione di poterti mostrare la strada per essere felice, no, peggio! Con la presunzione di credere che tu non lo sia.
L: Lawrence…
L: No, Lawson, ho sbagliato e me ne avvedo solo adesso. In questo istante, mentre dicevo le ultime parole, io ho provato a immaginarti e ti ho visto che scavavi nella spazzatura per trovare la Columbine… ma cosa ti ho chiesto? Sono un coglione, un fottuto bastardo, un presuntuoso di merda…
L: Basta, Lawrence!
L: Forse stavo solo cercando di salvare me stesso, sono il solito egoista…
L: Non è così, Lawrence!
L: Ti prego, dimentica tutte le parole dette fin qui. Vivi la tua vita e sii felice. Addio, fratello.
L: Lawrence, aspetta!
Lawrence esce di scena seguito da Lawson.