Mia madre
Amo molto mia madre. E per quanto possa sembrare scontato penso che sia una delle ragioni per cui sono la donna che sono. E di cui sono orgogliosa di essere.
“Sai mamma, oggi ho avuto una giornata tremenda. Si è rotta la pompa dell’acqua così mi si è allagata tutta casa. Mentre cercavo di sistemare i tubi, ho spostato il secchio dell’immondizia e la busta si è rotta.”
“Molto interessante”
“Non solo, in cucina, con tutta la monnezza e l’acqua che sembrava di stare in una discarica del Bangladesh, sono arrivati i gatti che hanno iniziato a rovistare tra le bucce di patate marce. E poi non sono manco riuscita a trovare l’idraulico perché al numero dell’idraulico mi risponde sempre l’elettricista.”
“Ma pensa tu…”
“E sai poi l’altra cosa assurda? Ti ricordi quell’infame del tappezziere? Quello che mi ha detto che per fare sei tende ci volevano cento metri di stoffa? Beh, l’ho mandato al diavolo e gli ho detto che con tutta quella stoffa ci avrei foderato pure lo Sri Lanka! Non trovi che io sia molto spiritosa?”
“Moltissimo”
“Mamma?”
“Si, hai ragione…”
“Ho l’impressione che tu non mi stia ascoltando…”
“Non dire fesserie. Io ti ascolto sempre.”
“Mamma…ma cos’è questo baccano?”
“Oh nulla. E’ che, vedi, sto guidando”
“E parli al cellulare mentre guidi?”
“Beh, non sto facendo solo questo…”
“…”
“Sto guidando, sto tenendo a bada il cane che sta cercando di rosicchiarsi il cambio dell’auto, sto litigando con una signora che voleva attraversare la strada con il rosso. Poi ci sarebbe pure un signore col cappello che mi ha detto che guido come un’imbecille e allora stavo valutando se scendere dalla macchina e colpirlo con l’ombrello. Sai, l’ombrello quello buono, mica quello del cinese da due spicci. Quello che se lo sbatti in testa a qualcuno mica si rompe. Oh, toh, guarda chi c’è! Salve! Allora la lascio qui eh…”
“Mamma?”
“Parlavo con la farmacista. Sto parcheggiando in doppia fila davanti al passo carrabile della farmacia. Io sono una persona corretta: non parcheggerei mai, ad esempio, in un posto per gli invalidi. Però i farmacisti, con tutti i soldi che fanno, possono pure farmi questa piccola cortesia ecco. Senta, lei, si ce l’ho proprio con lei. Mi ha veramente rotto i coglioni!”
“Mamma! Ma con chi ce l’hai?”
“Eh, ma insomma, con questo con il cappello!”
“Le mamme non dicono le parolacce…”
“E’ vero. Ma le mamme che stanno riempiendo cartoni del DHL di libri dentro cui nascondono buste di mortadella, prosciutto e pecorino sotto vuoto da spedire alle figlie che hanno deciso di fare le emigranti in India possono dire le parolacce. E possono pure parcheggiare in doppia fila, percuotere i signori col cappello e mandare a quel paese le vecchie che vogliono passare col rosso.”
“Ti voglio bene mamma”
“Anche io. Anche se ormai sei una vecchia ciabatta austroungarica che si ostina a non voler mettere giudizio.”