È uno schifo!
È uno schifo! Ma se le cose si mettono in modo tale da dovere ogni volta specificare, chiarire (e che sì… certo ascolto… resto silenzioso e calmo, dopo questo desiderio di compiacere, di essere grati, di essere preziosi) consiglierei, a chi in questo momento mi sta davanti, molta prudenza.
Non è che voglio confondere, mischiare le carte tanto più se qualche ora ho messo tutto a posto, lasciato in ordine, pulito dove c’era da pulire, tagliato i capelli, rasata la barba, indossata la t-shirt più fresca e pronto per uscire al sole fresco e giallo, come solo giugno regala e mi vengono a cercare, dritti- dritti, per dire: senti dobbiamo parlarne…
Io non voglio più sentire questa parola: parlarne, parlarne, parlarne…
resto silenzioso e calmo, dopo questo desiderio di compiacere, di essere grati, di essere preziosi
Ma cosa vuoi? Che volete? Chiariamo una cosa, un principio che deve essere la base di tutto e valere per il tempo futuro: io sono arrivato adesso!
Non potete dirmi: ma sei anche tu responsabile. Io? Io responsabile? Io sono arrivato adesso! Ma se solo ieri, per dire ieri, ma intendendo che da qualche mese (mese, mese, mese) anno (anno, anno, anno) ho finito: la scuola, l’università, il lavoro, ho smesso di strizzare la pancia per fare bella figura, di cercare il clima migliore o il posto più bello dove stare in compagnia e godermi una frazione di libertà…
Io responsabile? Io colpevole di tutto questo? Io sono arrivato adesso!
L’ultimo consiglio: andate da loro. Cercateli là, dove si occultano. Evocate, mani aperte e distese sul tavolo, i loro spiriti, ben-bene li scovate dai nascondigli, dove accucciati si leccano l’uno con l’altro, e gridate loro: è colpa vostra! Con tutta la forza che vi esce dalla testa e poi giù per la gola, non sarebbe carino rigirarsi e andare via!
A proposito, sto ancora cercando, disperatamente, di ascoltare musica afro-cubana mentre smantello pezzo dopo pezzo le pareti della casa lasciando spazio alla danza, sto ancora leggendo una serie di emergenti scrittori colombiani, mentre aspetto che il rachitico albero di limone riprenda a fare i limoni, sto ancora cercando il mio drago in attesa dell’ultimo episodio del “Il Trono di Spade”.
Quindi come vedete sto appena appena iniziando. Io sono arrivato adesso!
li scovate dai nascondigli, dove accucciati si leccano l’uno con l’altro, e gridate loro: è colpa vostra!
Non rompete, insomma lasciatemi tranquillo e andate a quel paese.
Lo so. Voi direte che sto perdendo tempo a scrivere anche quest’appello, dovrei fare altre cose, ma se insistete! Bene. Intanto l’ho scritto, fissato sulla carta (quella finta di office) e basta. È uno schifo.
Se volete discutere, ragionate con chi ha tempo da perdere, io sono arrivato adesso e devo fare centomila cose, andate, andate…