Come ci si riprende dall’abbandono?
Come ci si riprende dall’abbandono. Quando ho chiesto a una mia amica di dirmi che cosa le sarebbe piaciuto leggere in questo mercoledì di fine giugno, lei mi ha risposto così: Vorrei leggere di come si supera un distacco. E allora ho iniziato a domandarmelo, non volevo deluderla.
L’abbandono è una delle più ataviche paure umane. Perdere qualcuno a cui teniamo. Qualcuno che per noi è fondamentale. Il problema sta proprio qui: nessuno dovrebbe essere indispensabile, tranne noi stessi.
Sto parlando da cinica, lo so. Parlo forse da persona che teme di più un’invasione di campo che un campo desolato. Ma tant’è. A un’amica si chiede un parere, pur sapendo che risponderà dal suo punto di vista. Inevitabilmente limitato. Quindi proseguo con il mio fare razionale e distaccato, che però ho la coerenza di mettere in pratica nella vita di tutti i giorni.
Tenere accanto persone che non desiderano fino in fondo la nostra presenza è una mancanza di rispetto. Verso noi stessi
Parlare a noi stessi ci fa sentire meno soli, anche se a volte fa male. Perché solo noi conosciamo le nostre peggiori paure. Solo la nostra (in)coscienza può metterci davanti ciò che ci fa rabbrividire per la vergogna. E a volte è proprio il caso di dirsele certe cose. Come: non mi ama, non sono importante per lui/lei. E non è una colpa dell’altro. Non si può costringere qualcuno ad amare. Come: non è la persona che mi manca, ma l’avere una persona accanto. Come: manca più ai miei ormoni che ai miei neuroni.
Poi ci si sente liberati. Ma bisogna ripeterselo per un po’, perché il dolore inizi ad attutirsi. E’ questa la strategia per bastare a se stessi: avere il coraggio di ascoltare il rimbombo della propria (in)coscienza. Affondare il coltello fino in fondo, anche se fa un male cane.
Le persone vanno e vengono. Alcune restano, anche se non ci fanno sempre e solo bene e noi non facciamo sempre e solo bene a loro. Rimangono nell’imperfezione o forse nella routine. O per pura circostanza. La maggior parte però compare e scompare, nonostante sul momento sembri imperitura. Il problema non è trattenere chi vuole andarsene ma semmai saperlo salutare. Tenere accanto persone che non desiderano fino in fondo la nostra presenza è una mancanza di rispetto. Verso noi stessi. Un’umiliazione e al tempo stesso una privazione. Di ciò che meritiamo davvero.