Resto figlio
Sono. Chi sono? Sono figlio illegittimo di madre natura. Figlio del tempo che non s’aspetta. Figlio sbagliato che non si corregge mai. Anche se erra. E quando corre, si narra, alza il capo in cielo e sputa in terra. Resta figlio, quel che sono io. Forte sbadiglio, spiraglio di uno sbaglio, cospicuo inizio di un abbaglio preso nell’ora del conguaglio. Resto chi sono. O forse vado via. E sì. Ritorno a ritmo lento, ballando su di un piede, con tutto il mondo attorno che si siede.