Arancia
Guardavo un’arancia. La giravo tra le mani. Tutta uguale. Un avvallamento lì, dove è stata recisa dall’albero, un po’ di scorza dura tutt’intorno. Come un ombelico. Poi, tutta uguale. Non il nord, non il sud, non l’oriente o l’occidente. Tutta uguale, nessun confine. Poi, sotto la buccia, gli spicchi. Che segnano nettamente confini tra di loro. Forse il trucco sta tutto lì. Nel non sbucciare l’arancia, nel lasciarla intatta, uguale a tutte le altre, con quel suo ombelico verdognolo, così uguale a tutte le figlie d’aranci.