Ritorno a Belgrado
Ho visto l’Est quando ancora non era Ovest. La musica che puzzava di fumo e il legno dei violini bagnato dalle labbra dei bambini. A Belgrado c’era Alexandra che scriveva tramonti, a Praga Elizza che disegnava canzoni. In mezzo c’ero io che viaggiavo, sulla diligenza del tramonto. Ho dormito nei vicoli dei Balcani, accanto a fiorai che masticavano l’odore del tabacco per non morir di fame. Ci sono andato un minuto prima che ci arrivassimo noi e se tornerò, sarà un secondo dopo che ce ne saremo andati.