Richie Havens – Freedom
Questa puntata di RadioFus vuole essere un po’ qualunquista e propinarvi una di quelle robe che avrete sentito dire un’infinità di volte lasciandovi lì con una faccia tra il non so e il non voglio intervenire. Ma insomma, quale sarà mai il banale postulato? Ecco: gli anni sessanta sono stati i più belli del secolo passato. E pazienza se qualcuno mi obietterà, a ragione, che gran parte di quanto tramandato va derubricato sotto la cartella: mitologia. La verità è che gli anni sessanta nel mio immaginario si possono paragonare ad una donna amata e quindi persa. I ricordi sono mondati dalle impurità e le immagini, opportunamente selezionate, si fanno leggere come sogni e profumate come asciugamani freschi di bucato. Certo, la verità è più complessa. Ma, per dire, vogliamo parlare della musica? Quale altro decennio può annoverare Woodstock? Dove il primo artista ad esibirsi, Richie Havens, a causa dei continui bis richiesti dal pubblico, al settimo esaurì il repertorio e suonando la chitarra si mise a improvvisare questo Freedom. E sentite che ne vien fuori. Ah, mancano due giorni e una trentina di gruppi alla fine del festival. Buon MTV awards da RadioFus, me, Beyoncè e hippie tutti.