Franco Battiato – Una cellula
Da qualche parte, e non era una rivista dozzinale, lessi che gli attacchi di panico possono avere origine da traumi vissuti in età neonatale se non addirittura prima del grande esordio. Ora, sebbene io non sia nemmeno un amatore in materia, la cosa non mi è parsa per niente assurda. Immaginavo il me stesso oramai non più feto e quindi troppo maturo per sguazzare in un mare di calda placenta. Mi pareva proprio di vedermi, porello, aggrappato ad ogni possibile anfratto del ventre materno nel tentativo di non essere risucchiato là fuori in quel mondo sconosciuto e ostile. Le cronache dicono che resistetti ben dodici giorni, sette in più di Milano. Alla fine, però, dovetti arrendermi. Non ci sono ricordi di quel periodo. Eppure le sensazioni devono essere così forti. La luce, il freddo, i rumori, le parole. Tutte cose a cui non eravamo preparati. E’ forse da qui che deriva il senso di vuoto che ci attanaglia l’anima quando qualcosa ci viene a mancare e non riusciamo a immaginare il domani. In fondo nove mesi prima non si era che una cellula. Come quella che parla di sé in questa canzone, tratta dall’album Fetus di Franco Battiato. Buona (ri)nascita da RadioFus, me, Mendelev e spermatozoi tutti.