Mani in alto: la rimessa laterale
Se dovessimo spiegare il calcio a un extraterrestre, la prima cosa che gli diremmo è che c’è già stato un suo compaesano che ha calcato i campi di gioco, e che il suo nome è Maradona. La seconda cosa che gli diremmo, poi, per introdurlo al gioco, è che a calcio si gioca con i piedi.
Nel comunicargli questo, però, trascureremmo di contemplare l’eccezione alla regola generale della quale parliamo oggi, che però in fondo eccezione non è, essendo regola essa stessa. Il fatto è, vedete, che quando il pallone esce fuori da una linea laterale non lo si rimette in gioco coi piedi, come ci si aspetterebbe, ma lo si rilancia in gioco facendo uno strano gesto con le mani, così, come una catapulta.
Ora, riflettiamo un attimo su questo termine: rimessa. Rimettere, dal latino remittere, significa gettare, lanciare, inserire qualcosa nuovamente. Nella fattispecie, il pallone. Ma rimettere è utilizzato anche come garbato sinonimo di “vomitare”. Ecco, solitamente si vomita per due motivi: perché qualcosa è andato male dalle parti dello stomaco o perché si è esagerato a ingurgitare sostanze alcooliche. E può succedere, ahinoi, pure mentre si gioca al calcio. Ricordo una festa di laurea con partitella improvvisata nel parcheggio di un supermercato in cui un amico che aveva fatto crossover tra vino, birra e Gin lemon si cimentò in una rimessa laterale da una immaginaria linea di fondo. Il movimento delle braccia e l’inarcamento del corpo devono aver messo in moto tutto quel ben di Dio che aveva in corpo e il resto ve lo lascio immaginare. Se proprio ci tenete. Vomito a parte, il gesto che ne uscì fu all’incirca questo:
Chi abbia inventato questo modo tutto strano di rimettere in gioco il pallone non è dato sapere. Se a tutti i costi gli si vuol trovare una ragione, quella potrebbe essere la necessità di impedire rilanci troppo lunghi, quali sarebbero quelli possibili facendo uso d’un braccio soltanto, o dei piedi. Così colui che un giorno ideò il gioco del calcio dovette pensare che obbligare al rilancio a mani congiunte sopra la testa e coi piedi entrambi a terra avrebbe dovuto essere sufficiente per limitare il lancio, diciamo, nei dieci – quindici metri intorno, a voler essere buoni. E aveva pure ragione; tuttavia costui non doveva aver conosciuto Risto Kallaste, di cui vi avevamo già parlato qui. E visto che il buon Risto non è l’unico calciatore rubato al diamante di Baseball, vi proponiamo pure Rory Delap dello Stoke City. Chi tra loro merita maggiormente la casacca dei New York Yankees sarete voi a deciderlo.
La rimessa dalla linea laterale è il modo di riprendere il gioco quando il pallone esce da una linea laterale, e viene accordata alla squadra avversaria del calciatore che per ultimo ha toccato il pallone, dal punto in cui questo è uscito dal terreno. Una rete non può essere segnata direttamente su rimessa dalla linea laterale: se avviene sarà secondo i casi calcio di rinvio, o calcio d’angolo.
Al momento di lanciare il pallone, il calciatore incaricato della rimessa deve: fare fronte al terreno di gioco, avere i piedi sulla linea laterale, tenere il pallone con entrambe mani e lanciarlo da dietro la nuca ed al di sopra della testa.
Gli avversari devono rispettare la distanza minina di due metri. Il pallone è in gioco nell’istante in cui entra sul terreno, e chi ha battuto non può toccarlo di nuovo prima che sia stato toccato da un altro calciatore, a pena di un calcio di punizione indiretto a favore degli avversari.
Ad ogni infrazione alla regola di solito fa seguito la concessione della rimessa agli avversari, al secolo cambio battuta. Poi vabbé, i furbetti ci sono sempre e allora… Ascoltate, vi racconto questa. Campionato giovanissimi, intorno ai quattordici anni o giù di lì, nella squadra avversaria c’è un ragazzetto un attimino troppo furbo per i gusti di alcuni miei compagni di squadra. Massì, ci siamo capiti, uno di quelli che vedi operare cinque minuti sul campo da calcio e il pensiero non può che andare alla madre. Il fellone, approfittando di un arbitro miope dimentico degli occhiali e di un guardalinee a dir poco partigiano, ad ogni rimessa laterale guadagnava un metro buono. Inutili le nostre proteste. Che rabbia ci faceva, roba da non credere. Allora il numero 5 della mia squadra, un tipetto onesto ma tanto tanto severo, ci raduna tutti e dice “Ok, ora ci penso io“. Nemmeno il tempo di chiederci che cosa il nostro compagno intenda con quelle parole ed ecco il fellone avversario urlare e rotolarsi a terra stringendo lo stinco destro tra le mani. Casualmente, vediamo il nostro 5 allontanarsi alla chetichella dal luogo del misfatto.
La regola conosce alcune eccezioni. Intanto, se il pallone a seguito della rimessa non entra proprio sul terreno di gioco o vi entra dopo aver toccato terra. In questo caso la rimessa sarà ripetuta dalla stessa squadra. Oppure se l’incaricato della rimessa viene disturbato, ad esempio da un guardalinee, da un raccattapalle o vattelapesca da chi: anche in questo caso se la rimessa viene effettuata irregolarmente, potrà essere ripetuta dalla stessa squadra.
E vediamo quali sorprese ci riserva in questa puntata la parte dedicata alle curiosità. Una piccola ma gustosa: a una rimessa laterale irregolare non può fare seguito il vantaggio. Nel senso che se un calciatore effettua una rimessa
laterale in modo non corretto ed il pallone va direttamente verso un avversario, il gioco non potrà proseguire, ma si dovrà ripetere la rimessa secondo il tipo di infrazione.
Una media ma non nota a tutti: la carambola si può fare. Se un calciatore lancia il pallone contro un avversario al fine di poterlo rigiocare ma non lo fa in maniera negligente, imprudente, o usando vigoria sproporzionata, l’arbitro lascerà che il gioco prosegua. Non abbiamo memoria di occasioni in cui un giocatore abbia usufruito di tale espediente. Anche perché vagli spiegare a certi medianacci avanzi di galera che non lo hai fatto con negligenza.
E adesso una grande e un po’ più difficile, con la premessa che se un portiere riceve su rimessa laterale il pallone da un compagno nella sua area di rigore non può prenderlo con le mani, perché sarebbe fallo, considerato alla stregua di un retropassaggio al portiere e punito con un calcio di punizione indiretto.
La situazione è questa: una rimessa laterale viene eseguita da un calciatore, che lancia il pallone direttamente verso il proprio portiere il quale, nell’intento di evitare che il pallone entri in rete, tocca il pallone con le mani. Ciò nonostante, il pallone entra in rete. Quale deve essere la decisione dell’arbitro?
Ebbene: in questo caso il vantaggio dovrà essere applicato e la rete accordata. Quindi, cari amici portieri, se siete finiti in porta perché i piedi sono quelli che sono, se la serata precedente è stata turbolenta, lasciate perdere la regola e prendetevi il calcio di punizione. Sempre meglio che cucinare una frittata come questa del portiere dell’Aston Villa:
Sorpresi? Riflettiamo. Il portiere sa di non potere toccare il pallone, ma ignora evidentemente che una rete non verrebbe mai accordata se il pallone entrasse in porta, e che sarebbe calcio d’angolo. Quindi fa due più due e preferendo il calcio di punizione in area alla rete subita, si lancia a parare il pallone. Tuttavia il nostro beniamino non è esattamente Buffon, e quindi smorza soltanto il pallone con le dita, rovinando al suolo indecorosamente coi suoi novanta chili di muscoli e lardo.
Quel suo tocco così goffo però ha l’effetto tragico di rendere possibile la realizzazione di un gol, perché la rete non viene più segnata direttamente su rimessa laterale. La palla fa quindi due madidi rimbalzi sul fondo fangoso e varca lentamente la linea di porta mentre in sottofondo s’ode sopraggiungere il Regionale delle 16 in ritardo di tre quarti d’ora. L’arbitro pensa: è punizione, per effetto del tocco con le mani. Sta per fischiare quando ha il lampo di genio. Si ricorda che il Regolamento dice che non si deve dare un fallo quando si profila un più grande vantaggio per la squadra che ne beneficia. E quale più grande vantaggio di un gol a favore?
Quindi aspetta di vedere dove va a finire il pallone. Ci vede giusto, e per effetto del vantaggio concede la rete e indica il centrocampo, incrociando con l’altro braccio le dita e sperando in cuor suo che in tribuna ci sia per lui un osservatore arbitrale che abbia visto tutto.
A quel punto diventa determinante sapere in che categoria stiamo giocando. Perché tanto più questa è dilettantistica, tanto più alte saranno le probabilità che la partita venga sospesa per proteste. Perché il calcio è così. Non è uno sport da signorine. E noi ne abbiamo riportate diverse in questi capitoli di situazioni al limite della decenza. Già, ne abbiamo raccontate tante e molte sono quelle che ancor non abbiamo detto e chissà quante, ahivoi, non troveranno nemmeno posto tra queste righe. Ma cosa potrebbe succedere in un campo di calcio della provincia calabrese nel momento in cui l’arbitro convalida una rete come quella sopra descritta a favore della squadra ospite, beh, davvero non ci è dato immaginare. Di sicuro c’è che per quanto voi possiate aver assistito a una rivolta carceraria in quel di Medellin, niente può risultare paragonabile.
Ci vediamo alla prossima, ragazzi e ragazze. Regola 16, calcio di rinvio. Dove e a chi, vedremo poi.
Sorpresi di aver scoperto cose nuove sullo sport che più amate e che credevate di conoscere a menadito? Curiosi di saperne di più? Scaricate qui una copia del Regolamento del Gioco del calcio: avrete di che parlare con gli amici!