Un giorno importante
Hai ansia da giorni. Oggi più che mai però te la leggo negli occhi. Ansia e smarrimento. Disorientamento.
È un giorno talmente importante, per le conseguenze… i risvolti… che può avere su tutto un intero anno di gioie e sofferenze: da ciò che accade oggi dipende tutto il prossimo anno.
La tensione invade ogni tuo pensiero e compromette persino i più piccoli quotidiani gesti: sbagli strada, posteggi male, ti cade il telefono dalle mani.
Lo riprendi e rispondi alla telefonata. Hai un tono basso, serio, cupo.
…la tensione invade ogni tuo pensiero e compromette persino i più piccoli quotidiani gesti
È il tuo amico che vive fuori città ma, nonostante questo, ti è talmente vicino in tutta questa storia – benedetti amici – che sente e condivide con te l’irrequietezza per questa situazione.
Della vostra conversazione non riesco a carpire che poche parole, riguardo al coinvolgimento diretto di altre persone in altre città, sembra davvero un guaio articolato.
Lui ti lascia dicendoti: ‘Vado a conferire con la Santuzza’.
Sono indecisa se pregare anch’io. In effetti non è una cosa che faccio spesso, e non in casi come questo.
‘Va bene – ti dico, con voce ferma rassicurante – la cosa va affrontata, ti sarò vicina: ti accompagnerò io.’
Non sembri minimamente confortato dalla notizia, e cominci nervosamente a prepararti.
Mi chiedi se so dove sia la felpa rosa che indossavi il 14 dicembre (cosa ne so?), la trovi, la indossi, poi mi dici…
‘Dai andiamo, che voglio fare quell’altra strada che abbiamo fatto il 14 dicembre’.
Io ho imparato a non fare domande quando sei in questa condizione di ansia… ho capito che bisogna solo aspettare che tu attraversi il naturale corso degli eventi. Sento che ricordi quel 14 dicembre come un giorno vincente, e di certo ora hai bisogno di riprodurre quell’esatta sequenza di gesti e procedure – disperato cedimento d’una brillante mente alla scaramanzia – che faranno di te, di loro, di Voi, degli Uomini vittoriosi e soddisfatti.
È ora, ci siamo. Stai seduto con le spalle rigide, le braccia incrociate, lo sguardo fisso su un punto e le labbra serrate. Io rileggo le scritte tutto intorno a noi, mi danno un contatto con la realtà di cui ora avverto un grande bisogno.
Sei estremamente concentrato, ed hai qualche fervida, istantanea reazione solo in risposta ai messaggi del tuo amico o del ‘consiglio direttivo’ col quale ti consulti prima, durante e dopo ogni evento di questa portata.
Trovi un canale di dialogo con un uomo seduto vicino che ti mostra comprensione e trova urgenza di raccontarti di quando quel giorno stette male di fronte ad una giornata difficile quanto questa. Con lui trovi finalmente modo di fare qualche bilancio lucido, sebbene doloroso.
Per il resto nulla ti scalfisce, neanche le urla degli altri intorno a te: gruppi di persone urlano ‘qualcosa che vorrei non aver capito’, un altro gruppo di fronte risponde: ‘Forte’.
I minuti passano e tu resti fermo ma nel fondo dei tuoi occhi si avverte il gran travaglio che stai affrontando.
Poi…d’un tratto! Sfoghi tutto il fermento accumulato, e finalmente URLI ! :
‘Goooollllcazzogoal!!!!’
Ti alzi di slancio! Abbracci uno sconosciuto, diventi rosso, sudi.
Io aspetto che tu ti sia calmato, ti accarezzo il viso, scostandoti i capelli dalla fronte:
‘Dai tesoro, dai, che ce la facciamo!’
Palla al centro. Si ricomincia. IO non so mica se reggo, eh?!
Chissà se sia tutto qui il motivo per cui agli uomini sono consigliati periodici controlli cardiologici più frequenti che alle donne…
Mi sono ricordata il perché non ti seguivo da tanto tempo ad una partita. Ma ho deciso: mi limiterò a sorriderti bonariamente e più dolcemente che posso, restando in bilico tra una profonda indivia per una tanto forte e sofferta passione, che malgrado tutto oggi ti ha tenuto lontano da altri pensieri, ed un lievemente sprezzante fastidio! (Se solo tu fossi così serio in altre cosette!)
Vabbè, niente domande avevo detto! E però…
Chissà se sia tutto qui il motivo per cui agli uomini sono consigliati periodici controlli cardiologici più frequenti che alle donne…