Un cavallo di razza alla guida del Politeama
Arrivo nella piazza centrale di Palermo, luogo di incontro da sempre di giovani e meno giovani, meta dello struscio cittadino. Simbolo della piazza è il teatro circolare. Si presenta ai miei occhi con un grande ingresso simile ad un arco monumentale, ma quello che ne identifica il simbolo già dal mare è la sua sommità, nella quale si trova la quadriga bronzea di Apollo dello scultore Mario Rutelli, cui si affianca una coppia di cavalli anch’essi di bronzo ; l’intero edificio ha un corpo semicircolare e il suo colonnato riproduce giochi circensi su un fondo rosso pompeiano. Oggi il teatro Politeama è la sede prestigiosa della Fondazione Sinfonica Siciliana. Aria nuova in un edificio storico, da un paio di mesi qui in teatro.
Incontro il nuovo sovrintendente per fare due chiacchere sulla musica e sui suoi progetti presenti e futuri. Mi concede una chiacchierata in anteprima per delineare il nuovo corso della sua gestione. Mi accoglie gentile e affabile, e con un tono cordiale. I suoi occhi si accendono e come i cavalli simbolo del teatro è pronto per una galoppata. Tiene strette le redini perché vuole fortemente che la musica e la cultura possano uscire dal golfo mistico per incontrare la città e i giovani. Convinto assertore che la musica abbia un carattere pedagogico e che il teatro sia la moderna agorà, intende continuare ed ampliare progetti già collaudati come le esibizioni per “Crescendo“, la terza edizione del Concorso per giovani talenti della classica, che in questi giorni si sono trasformate in un vero e proprio torneo musicale. Il Concorso, che da quest’anno è diventato nazionale, nasce come fucina culturale per valorizzare i giovani talenti italiani per alimentare il rapporto tra le nuove generazioni, la musica e l’Orchestra Sinfonica Siciliana. Ma tutto ciò non basta a Giorgio Pace: egli sente fortemente il suo dovere istituzionale di coniugare la stagione concertistica della rinomata Fondazione, giunta quest’anno alla cinquantasettesima edizione, con il territorio. Accordi di rete con i licei musicali dell’intera isola e l’Accademia di Belle Arti, oltre che con le realtà associative presenti nel territorio perché lui dice “il teatro è della città anzi dei giovani talenti della Sicilia”. Ascolto rapita perché amo la musica, ne riconosco la sua fondamentale importanza nella vita di ciascuno e conosco e seguo tanti giovani che vivono per essa. In un momento storico dove le nuove generazioni hanno bisogno di credere in qualcuno che possa realizzare i loro sogni, un moderno cavaliere in sella ai cavalli di bronzo è pronto a condurre verso nuovi orizzonti la musica di Palermo. Sognatore e fine stratega, il Sovrintendente ha una lucida gestione anche amministrativa della Fondazione.
“I cittadini dentro il teatro con visite guidate, mostre, spettacoli per i giovani e per le famiglie ma anche caffè musicale per momenti conviviali”. Ogni sala del teatro aperta alla cittadinanza come luogo di incontro e di formazione, la musica e il Politeama come patrimonio culturale della collettività. E siccome anche questo non è sufficiente per realizzare i suoi progetti “il decentramento dell’orchestra nelle periferie e nei piccoli centri”. Visione comunitaria della musica e dell’arte in genere. Visione fantastica dove al centro c’è la cultura. Credo fermamente nelle sue parole perché leggo nei suoi occhi quella lucida follia dei sognatori che sanno che possono e debbono raggiungere la meta che si sono prefissati perché esistono le professionalità e l’entusiasmo.
Buon lavoro allora e grazie per sentire la necessità di usare il ruolo istituzionale che ricopre e tutta la sua energia per illuminare di una luce nuova una antica realtà, liberandola dall’immobilismo di un passato gattopardesco.
“Penso che la musica contenga una libertà, più di qualsiasi altra arte, non limitandosi solo alla riproduzione esatta della natura, ma ai legami misteriosi tra la natura e l’immaginazione.”
(Claude Debussy)