Dieta, che goduria…
Dieta, che goduria. Altro che prova costume e addominali scolpiti. L’universo grigio di un diversamente magro deve fare i conti con una serie di vere e proprie sofferenze dell’anima, prima ancora che della panza. Tentazioni cui seguono, o dovrebbero seguire, dolorose rinunce per riuscire nelle quali occorre una feroce forza di volontà. Peccato che un goloso, per definizione, tale ferocia non l’abbia. E non la trova in vendita al supermercato, purtroppo.
pizza, io ti amo. Di un amore talmente fedele che resiste nel tempo, senza perdere nulla della passione che caratterizza il nostro rapporto da sempre!
E invece no. Qualche studioso malefico e invidioso dei piaceri altrui evidentemente a lui negati ha inventato il c.d. ‘indice glicemico‘, che la pizza pare disgraziatamente possedere in dosi elevate. E dunque… rinunce e privazioni; pensa che goduria un petto di pollo al forno con verdure lesse di contorno al posto di una pizza fumante con la mozzarella che ti si scioglie voluttuosamente sotto gli occhi!!
È proprio un mondo difficile, diceva un tale.
Vogliamo parlare poi dei ruvidi incontri con un’altra invenzione malefica, una cosa piatta e triste? Sì, proprio di te sto parlando, brutta stronza. Quella della canzone di Masini, almeno, era ‘bella’ nel titolo. Tu no. Tu sei pure brutta: con quel tuo aspetto freddo, sensualità zero, dolcezza ancor meno. Mi sveglio presto al mattino, quasi con un chiodo fisso in testa. Mi libero di tutti i fardelli superflui, dal pigiama alla pipì, e leggiadro e nudo come un verme vengo finalmente a te: ti salgo sopra, con ansia, non tanto da prestazione quanto da responso. Dal modo in cui corrisponderai ai miei amorosi sensi nei tuoi riguardi dipenderà probabilmente il mio umore nel resto della mattinata, se non di tutta la giornata.
Dal modo in cui corrisponderai ai miei amorosi sensi nei tuoi riguardi, dipenderà probabilmente il mio umore nel resto della mattinata, se non di tutta la giornata.
Ho assistito, ostentando una falsissima indifferenza, agli aperitivi pantagruelici dei miei amici, veri amici, comprensivi, bontà loro; quelli che, nell’afferrare voracemente il trentottesimo pezzetto di formaggio che accompagna il loro prosecchino, ti dicono, parlando pure a bocca piena: “Come mai non mangi? Non hai fame? Stai bene?”.
Dopo tutto questo ho diritto o no a pretendere da te giusta soddisfazione alle mie bramosie?? Direi proprio di sì.
E tu invece cosa fai? Mi guardi con aria fredda, immobile, quasi dovessi adempiere ad una mera formalità. Ti faccio spostare dal tuo angolino: che diamine, io sono ingombrante, per venirti sopra devo pur metterti in una posizione opportuna, non puoi pensare di non collaborare neanche un po’! Cerco, col piede, di sollecitare la pressione giusta per ‘accenderti’, aspetto che tu mi dia un segno di vita e finalmente ti monto su: sono un po’ rigido, teso come un allievo alla prima visita di leva, attento ad assumere la corretta postura. Lascio passare un paio di lunghi secondi e poi finalmente volgo lo sguardo in giù, per guardare nella finestrella quadrata che hai al posto degli occhi e leggere il numerino magico che mi rimandi. Rispetto all’ultima volta dovrai per forza essere più benevola con me!
E invece tu… sei proprio una brutta stronza! Appena 300 grammi in meno, dopo aver pure saltato la pizza del sabato, bilancia malefica!!!