L’incredibile storia di Gerlando
Gerlando, lo chiamano il poeta. Poeta di strada perché gira e rigira le strade con la testa in su recitando versi.
Gerlando ama le strade strette, dove a stento passano motori e biciclette, ama attraversarle rasente i muri dei palazzi, in tal modo è sicuro che nessuno lo costringerà a deviare il cammino. Ha imparato a scrivere fin da piccolo poesie e barzellette. Le sue poesie sono melodie, suoni e cantate che s’intrecciano a parole raccolte tra loro in modo che il ritmo incalzi, il suono si espanda, l’ascoltatore lo insegua per vicoli e stradine. Le barzellette, invece, sono oscene. Tutte. Le riserva agli amici nella notte quando vecchi ubriaconi fradici, lerci e giovani in cerca di emozioni con la voglia di buona grappa, s’incontrano da Mimmo, proprietario di un’osteria.
Cammina e sembra cantare, ma non canta, recita. Allora, il serpente umano, che scivola lento attraverso il quartiere, accompagna il vagare tra bisbigli e sussurri:
Che ha detto? Che dice? Ripeti? Non ho sentito l’ultima parola? Che dice? Che…
Affatic…d’incomp…sibilfaticalas…penderenell’abis…ellamemoria…icordoMaipiùvenganotte…tandolebraccia…andoalleste…nellatranquillitàdiquestomondochedormedisonnoprofo…TarataratarataraflaflaflatututtuututtututtulalallalallatTarataratarataraetaratattataetarettata…
Soltanto chi gli sta vicino gode in pieno i suoi versi, e Gerlando di questo è felice.
Che ha detto? Che dice? Ripeti? Non ho sentito l’ultima parola? Che dice? Che…
Gerlando vive da solo, mangia da solo, beve in compagnia.
Non dice a nessuno dove è diretto, cammina e avanza. Lungo il percorso qualche volta si ferma, guarda indietro osserva la gente in fila che lo accompagna…fa una risata dolce e riparte, contento. Le sue poesie, o cantate, sono tessere d’oro che una a una rivestono le balate dei vicoli dove i passi degli uomini sono i passi di sognatori, poeti e maghi, sempre pronti a raccontare il mistero del viaggio.
UnaseraunanottescopriraiilcantodellaserasopraitettidellecaseespanderòintornolemiebracciaaccoglendoilmiorespiroequellanotteteneraamarocantoincantobrillaràquandotraquellestelleanchetusaraiconmeTarataratarataraflaflaflatututtuututtututtulalallalallataratarntatattaratarintattatara…
Gerlando, il poeta, io non l’ho mai incontrato. Giorni e giorni ho cercato per vicoli, piazze e cortili sperando almeno una volta di incrociarlo, sono andato da Mimmo, ma l’osteria non esiste più, è chiusa da anni. Tutti ne parlano, nessuno sa dove sia.
Dove i passi degli uomini sono i passi di sognatori, poeti e maghi
La sera, spesso, mi piace uscire da solo, passeggiare, fumare una sigaretta e vagare dentro il centro storico tra i vicoli. I miei passi, la sera, risuonano sordi tra pietre e balate, muri freschi e luce tenue invitano i gatti a grattare le porte, mentre sopra dalle finestre i neon d’azzurri delle cucine imbrattano i muri dei gialli palazzi. In questo cammino sento qualvolta pizzicare lontane strozzate melodie. Flaflatututtuututtututtulflaflafla. Un suono, un canto, una musica.
Sarà lui? Gerlando, sarà qui? Allora, mi fermo, ascolto, sorrido e ritorno a casa, fischiettando.