E’ la dura legge del gol
Paolo Rossi in difesa… contrattacco di Scirea! Conti… subentra Rossi… Rossi… Scirea… Bergomi… Scirea… Tardelli…. Gol! Gol! Raddoppio! Tardelli! Gol! Gol! Tardelli!
Palla altissima… Baggio… e poi c’è Schillaci! Gol di Schillaci! Prodezza ancora di Totò Schillaci! E vedete l’entusiasmo degli azzurri, tiro di grande potenza e precisione di Totò Schillaci!
Palla tagliata… messa fuori… c’è Pirlo, Pirlo, Pirlo ancora, Pirlo di tacco… tiro… Goooooal! Goooal! Goooal! Grosso! Grosso! Goooal! Gol di Grosso! Gol di Grosso! Gol di Grosso! Manca un minuto! Manca un minuto! Gol di Grosso! Gol di Grosso! Gol di Grosso! E’ incredibile! E’ incredibile! Siamo sopra e manca un minuto! Siamo sopra e manca un minuto! Gol di Grosso!
1982, 1990, 2006. Martellini, Pizzul, Caressa. Germania Ovest, Uruguay, e ancora Germania. Tre gol, tre emozioni indimenticabili. Perché insomma, tutto il calcio in fondo gira intorno all’emozione del gol, a quella rete che si gonfia spinta dal pallone. Il calcio è questo, in fondo: fare gol. Uno in più dell’avversario.
Al gol è dedicata una breve regola nel Regolamento del Gioco del Calcio. Siamo alla numero 10. Breve, perché in fondo la segnatura di una rete non è altro che un caso (molto) particolare di pallone che esce fuori. Una rete è segnata – dice la Regola – quando il pallone ha interamente superato la linea di porta tra i pali e sotto la traversa, a condizione che nessuna infrazione alle Regole del Gioco sia stata precedentemente commessa dalla squadra che ha segnato la rete.
Ah, se proprio vi interessa, sfondare la rete a suon di pallonate è permesso. Roba che si vedeva solo nel cartone animato Holly & Benji, direte voi. Non proprio. In verità la leggenda narra di tale Felice Levratto, il bomber che sfondava le reti. Siamo in Italia negli anni venti, quindi non abbiamo documentazione a riguardo. La leggenda dello sfondareti nasce durante la prima edizione della Coppa Italia. Levratto gioca nel Vado, squadra che disputa la finale contro l’Udinese. Siamo al 118’ quando un formidabile tiro da fuori area di Levratto non solo supera il portiere friulano, ma tra l’incredulità dei presenti sfonda addirittura la rete. Mai troppo rimpianti i tempi in cui la leggenda si mischiava con la realtà creando qualcosa di incredibilmente bello.
La Regola si esprime poi, nel modo più semplice, su chi vince una partita di calcio: La squadra che ha segnato il maggior numero di reti durante la gara risulterà la vincente. Quando le due squadre hanno segnato lo stesso numero di reti, o non ne hanno segnata alcuna, la gara risulterà pari. Fa sorridere, ma il Regolamento deve pur prevedere come si vince una partita.
Poi va be’, tal volta le cose vanno un po’ così, come si può dire, diversamente. Anni fa tentavo di insegnare le regole del gioco alla mia prima morosina. Mica il fuorigioco, proprio le basi. Questa manco sapeva come si vince una partita, per l’appunto. Allora le spiego la storia dei goal e via dicendo. Questa si ringalluzzisce e la sera, a casa sua, si guarda la partita trasmessa alla TV. Ricordo ancora: Olympique Lione – Bologna, ritorno dei quarti di finale di Coppa Uefa. All’andata 3-0 per i felsinei. La partita termina sul 2-0 per l’Olympique Lione, un risultato inutile per i poveri francesi, vista la differenza reti tra andata e ritorno. La mia morosina il giorno dopo mi fa: mi sa che non hai capito niente nemmeno tu del calcio. Dovevi vedere i francesi come piangevano dopo aver segnato due goal. In verità secondo me vince chi prende più goal. Un mese dopo ci eravamo già lasciati.
Se infine una partita finisce in parità ma la competizione prevede che un vincitore debba uscire per forza, sono previste solo tre possibilità: Regola delle reti segnate in trasferta (quella che la morosina non aveva capito), Tempi supplementari (due, da 15 minuti ciascuno), Tiri di rigore. Si badi alla terminologia: il calcio di rigore è quello che si tira dopo un fallo in difesa avvenuto in area di rigore, mentre per determinare quale sia la squadra vincente di un incontro si ricorre ai tiri (non calci!) di rigore.
Niente a che vedere con quanto accadde il 5 giugno 1968 allo Stadio San Paolo di Napoli.
I calciatori erano miti, e non ancora dei. Non erano previsti i tiri di rigore. Ma una monetina ci fece campioni d’Europa.
Soltanto otto anni prima, si giocava la semifinale olimpica del 1960, il sorteggio ci era stato sfavorevole. L’avversario anche in quel caso era la Jugoslavia. E lo stadio, sempre quello di Napoli. Che con la cabala, si sa, intreccia legami del tutto particolari.
Altri tempi. I calciatori erano miti, e non ancora dei. Non erano previsti i tiri di rigore. Ma una monetina ci fece Campioni d’Europa. Per la prima e, finora, unica volta.
Molto s’è fatto nel corso della storia del calcio per fare la guardia a quei venti metri quadri scarsi che costituiscono lo specchio della porta, e ai palloni che vi entrano dentro. Da ultimo si è provato aggiungendo un arbitro che abbia il compito preciso di capire se un gol è gol, o non è gol. Ma anche se adesso la regola prevede la possibilità di servirsi della Glt – Goal Line Technology – od occhio di falco che dir si voglia, l’esperienza sul campo dimostra che non ci sono arbitri, rapaci, o tecnologie infallibili, e a certi gol bisogna continuare a credere per pura fede.
A proposito di guardia, controlli ecc. ecc., parliamo di colui che può mettere tutti d’accordo: il portiere. C’era o non c’era il rigore? Se il portiere para, il problema non sussiste. E il fuorigioco? L’uscita del portiere ha sventato ogni polemica sul nascere. Bene, uno che metteva spesso e volentieri d’accordo tutti è Lev Yascin, il ragno nero, portiere dell’Unione Sovietica degli anni sessanta. Si dice abbia parato più di cento rigori e chissà quanti di essi erano inesistenti.
E se il portiere rinvia di mano e fa gol nella porta avversaria? E’ gol.
Non vi lasceremo senza il consueto appuntamento con le curiosità. Sappiate che se un arbitro convalida una rete prima che il pallone abbia oltrepassato interamente la linea di porta, ovvero se gli scappa il fischio in anticipo, la rete non sarà valida, e si riprenderà con una rimessa da parte dell’arbitro. Ammesso che sia ancora vivo.
E se il portiere sfodera un poderoso rinvio di mano, e dalla sua area riesce a centrare la porta avversaria, che succede? Succede che è gol. Ed ecco che avete scoperto che (almeno in teoria) il gioco del calcio prevede una circostanza in cui una rete può essere segnata regolarmente con la mano. Scappate al bar: se ve la sapete giocare, la notizia potrebbe valervi una birra, o diversi caffè.
Ora, va da sé che a segnare con le mani non vi è mai riuscito nessuno. Si narra di una squadra lituana che tentò di mettere a contratto un paio di lanciatori del peso bielorussi per raggiungere questo invidiabile primato, ma alla fine non arrivò il transfer e non se ne fece nulla. Tuttavia in Scozia c’è chi è riuscito a segnare con un calcio di rinvio dalla propria area. Che dire, sono cose che succedono.
Appuntamento alla prossima puntata. Ne vedrete delle belle: la Regola 11 parla del fuorigioco.
Sorpresi di aver scoperto cose nuove sullo sport che più amate e che credevate di conoscere a menadito? Curiosi di saperne di più? Scaricate qui una copia del Regolamento del Gioco del calcio: avrete di che parlare con gli amici!