Il mastino di Baskerville, un giallo da vedere ad occhi chiusi
Si può assistere ad uno spettacolo con gli occhi chiusi? Certo che sì. Questo è quello che propone Il Pozzo e il Pendolo di Napoli portando in scena il Mastino di Baskerville, celebre romanzo di Arthur Conan Doyle. All’ingresso della sala d’aspetto del teatro, situato in Piazza San Domenico, al pubblico vengono consegnate le istruzioni d’uso e delle mascherine che come ci spiegherà Paolo Cresta, una delle voci protagoniste, serviranno a sfruttare uno dei sensi che spesso e volentieri viene trascurato, rispetto alla vista quando si va a teatro: l’udito. Lo strepitio delle foglie, il rumore de tè versato nelle tazze, i passi che vengono da lontano, arrivano precisi e diretti alle orecchie sotto forma di suoni ben distinti ai quali si dà un’importanza diversa come se si fossero ascoltati per la prima volta. Se si resiste alla voglia di sbirciare la scena si gode di un mondo mai apprezzato fino a pochi momenti prima, quello dei rumori di sottofondo. Seduti intorno ad un tavolo di legno ci sono Antonello Cossia, Paolo Cresta, Marco Palumbo e Lucia Rocco che si alternano nel racconto assumendo toni, voci e ruoli diversi. Ed è un attimo che ci ritroviamo nella Londra più fumosa degli inizi dell’Ottocento e alla radio viene trasmesso un racconto. La storia conosciuta ai più narra le vicende della sfortunata famiglia dei Baskerville. Come nei migliori gialli, si parte dal ritrovamento di un cadavere: è quello dell’anziano sir Charles Baskerville, che sembra essere morto a causa di uno spavento grande. Il suo migliore amico James Mortimer è convinto che ad ucciderlo sia stato una tremenda creatura: un mastino gigantesco. Spetta all’infallibile Sherlock aiutato dal Dott. Watson sciogliere la matassa e cercare le prove che confutino la presenza di un essere demoniaco e spettrale. Assistere ad uno spettacolo in versione blind è davvero emozionante. Napoli è una città speciale, perché oltre alla sua bellezza inconfutabile, nasconde perle di siffatta natura, come il Pozzo e il pendolo che ti permettono di vivere delle serate magiche come questa. Benché si tratti di un giallo, è un po’ come ritornar bambini, quando era possibile far volare le macchine, salire sugli arcobaleni e volare con gli ombrelli. Il potere alla fantasia. Durante le due ore accoccolata nella mia poltroncina bianca, con la mascherina sugli occhi, ho camminato nella nebbia, preso una carrozza, visto qualcosa che si muoveva tra i cespugli e sì, sentito un ululato spaventoso. Un grande merito va alla bravissima Michela Ascione, che ha curato luci e suoni, centinaia di suoni, che si sono sposati perfettamente alla storia.
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