Calvino e le melanzane della memoria
La citazione di oggi è tratta da Le città invisibili di Italo Calvino. L’ho subito trovata adatta allo spirito di facciunsalto.it – ma anche al mio – per il grande coinvolgimento personale che determina il valore che ognuno conferisce alle cose.
Ho viaggiato fra tre città senza raccontarle più di tanto, al contrario del Marco Polo di Calvino
Ho viaggiato fra tre città senza raccontarle più di tanto, al contrario del Marco Polo di Calvino che forse parla o forse tace o forse entrambe, eppure assorbendole tantissimo. Chissà se qualcosa di esse trapela ora da me, se con parole silenti continuo a raccontare anch’io Siviglia e Padova e quella Roma che per me è la Venezia del buon Polo. Chissà se raccontandole le avrei perse piano piano, come ipotizza il viaggiatore per eccellenza.
Ma sia fatto un esempio culinario, come la rubrica esige.
La ricetta: Pasta quasi alla norma
Ingredienti:
- Farfalle o altra pasta corta
- Melanzane
- Passata di pomodoro
- Ricotta salata
- Pinoli, uvetta sultanina
- Cipolla, pepe, peperoncino
- Basilico
Da piccola odiavo le melanzane e la loro consistenza molliccia. Tuttora non le tollero se fritte, perché subito la riassumono. Eppure, mio padre si è spesso cimentato nella preparazione della Pasta alla norma alla maniera sua: i pinoli e l’uvetta conferiscono un sapore mediorientale ed addolciscono la ricotta salata. Questa strana commistione di gusti già a suo tempo mi faceva quasi accettare il piatto, che mangiavo pur lasciando le melanzane fritte.
Di recente, spinta da incalzante malinconia, ho ripensato alla fierezza con cui mio padre cucinava la “sua” norma e gioiva del fatto che finalmente io e mia sorella mangiassimo le melanzane e mi è venuta voglia di prepararla io stessa. Tuttavia, ho magistralmente sostituito la frittura delle melanzane ad una cottura a metà fra griglia e bollitura nel sugo di pomodoro, per evitare l’effetto spugna che, come già detto, non amo.
Procedimento:
Soffriggere la cipolla finché è dorata, aggiungere peperoncino, pinoli per farli tostare e mettere a mollo l’uvetta in acqua tiepida. Aggiungere l’uvetta e la passata di pomodoro, i dadini di melanzana e lasciar cuocere con una foglia di basilico. Lessare la pasta ed aggiungerla al sugo, mescolare grattuggiando ricotta salata, pepe nero ed aggiungendo del basilico a fresco.
Volendo, sfilettare delle fettine di melanzane, grigliarle ed unirle a mo’ di decorazione. Idem, secondo i gusti, con qualche pomodorino.
Mentre assaporo mi chiedo: perché ho preparato questa ricetta?
Sicuramente più per il significato nostalgico che le conferisco che per il sapore in sé. L’arrivo della primavera, il ricordo dei primi pranzi in giardino, le melanzane i pomodori ed il basilico nell’orto e il pollice verde di mio padre. Forse, se l’avessi mangiata in una qualsiasi tavola calda, questa pasta non l’avrei mai più preparata.
Con questa sete di genuinità ed una leggera vena di nostalgia, auguro a Voi Lettori buon appetito e buona settimana!