Perché muovete le mani quando parlate?
Da quando sono qui ho imparato a farmi una domanda. Quest’ultima non è più “sarà che inizieranno a fare battutine sugli italiani?”, no! Questa domanda apparteneva alla mia ingenuità da fresca migrante, alla fiducia nel genere umano in quanto capace di sfatare i miti. La mia domanda ora è solo una: “Quando inizieranno a fare battute?”
La prima domanda che un po’ tutti mi hanno rivolto più o meno velatamente riguarda la nostra gestualità. Perché muoviamo tanto le mani? Perché ci affanniamo tanto a scuoterle anche se magari siamo a telefono e l’interlocutore non può vederci? Le prime volte ridevo, dopodiché ho iniziato a pesare, a misurare, a guardarmi da fuori in ogni mia conversazione. Io muovo le mani, le dita, mi tocco i capelli, me li sistemo dietro le orecchie e nel frattempo disegno i tempi verbali con le mani.
Muovo le dita all’indietro mostrando il dorso della mano a chi mi sta di fianco solo per collocare l’azione nel passato, alle mie spalle, per poi proiettarle in avanti quando parlo del mio futuro, più o meno lontano che sia. Muovo le mani perché mi infervoro, mi appassiono, mi accendo, mi infiammo, sfavillo. Se muovessi solo le labbra parlerei a metà, lascerei le cose mezze disfatte. Invece voglio farti e disfarti situazioni e pensieri davanti agli occhi, e per farlo ho bisogno del ticchettio dei ciondoli del braccialetto che ho al polso che dondolano insieme al ritmo delle mie parole. Ho bisogno di aprire, piegare, dare una forma all’aria intorno a me. E per questo ho bisogno delle mani.
Io non lo so se tutti gli italiani sentano questo bisogno, non so se ci siano ataviche ragioni di cui ignoro completamente l’origine, però vi posso dare la mia versione dei fatti e, cliché per cliché, anche io rispondo con una generalizzazione. Ci muoviamo tanto quando parliamo perché spostiamo fili invisibili, dirigiamo un’orchestra che non si vede, immaginiamo le nostre parole trasformarsi in immagini che ripeschiamo, riposizioniamo e modelliamo a nostro uso e consumo.
Muovo le mani perché mi infervoro, mi appassiono, mi accendo, mi infiammo, sfavillo.
E ora come riassumo tutto questo in una semplice, elegante e pulita battuta la prossima volta che mi chiederanno di “noi italiani”?