Operetta Burlesca: l’emozione di mettersi a nudo
Assistere ad uno spettacolo di Emma Dante è sempre un’esperienza molto forte. Forte e intensa come una carezza data da una madre o forte e dura come uno schiaffo di un padre oppure ancora come l’emozione mettersi a nudo. In scena al Bellini di Napoli c’è Operetta Burlesca, spettacolo scritto e diretto dalla stessa Dante che propone un testo nel quale immergersi e riemergere cambiati, quantomeno diversi. Un eccellente Carmine Maringola recita nei panni del protagonista Pietro anzi Pieeeeeeetro, nato il giorno di Santa Rosaria da genitori siciliani, nel corpo di un maschio ma da sempre donna. Il sabato sera di Pietro si chiama mercoledì, giorno di riposo dal suo odiato lavoro di benzinaio, e il suo locale “in”, la sua discoteca, il suo vip bar si chiamano via Duomo e via Toledo: in quelle strade si concentrano i negozi di scarpe che hanno il 42, proprio il suo numero. Ogni santo Mercoledì si lava e si prepara mettendosi in tiro per salire al volo sulla vesuviana (treno che percorre i paesi che circondano il Vesuvio) per andare nella città, nella metropoli, dove la gente è civile e non bigotta: Napoli. Pietro vive la sua vita schiacciato da un padre padrone che non l’accetta e che sarebbe disposto ad ucciderlo piuttosto che accettare il fatto che sia “ricchione” perché “i masculi devono stare cu e fimmine” e una madre che ha sempre saputo della sua diversità ma che non ha avuto abbastanza forza e coraggio per liberarlo dalla condizione di “diverso” (entrambi interpretati da uno straordinario Francesco Guida). A Pietro non interessa quello che pensano gli altri, Pietro balla e balla e balla, con le scarpe col tacco ai piedi e vestiti di strass e lustrini. Mentre balla si innamora di Ciro interpretato da Roberto Galbo: un uomo fantastico, un ballerino appassionato, il suo uomo ideale, nel fisico e nei gesti ma soprattutto perché vende scarpe. Ma ben presto anche Ciro è destinato a diventare una delle tante bambole gonfiabili che Pieeeeeeetro colleziona e a lui non resta che tornare a ballare nella sua stanza, dalla quale forse non è voluto mai scappare, come la ballerina di un carillon rotto, che diventa persona grazie a Viola Carinci. Se il teatro è emozione, pathos, trasporto e sentimento, ieri al Bellini c’è stato un momento, un preciso momento, alla fine di un monologo molto crudo in cui il silenzio degli spettatori era pesante come un macigno e la maggior parte di essi, me compresa era col fiato trattenuto. So che era così, si percepiva. Operetta Burlesca non è per tutti, ma è perfetta per chi riesce a far vibrare le corde più intime del proprio Io.
In scena fino al 3 Aprile, qui tutte le info.
Ph official