Sono solo da sola su un’isola.
Nessun uomo è un’Isola, intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del Continente, una parte della Terra.
Se una Zolla viene portata via dall’onda del Mare,
la Terra ne è diminuita, come se un Promontorio fosse stato al suo posto,
o una Magione amica o la tua stessa Casa.
John Donne
Io. Sola. Sola su un’isola. I-sola:
circondata da acqua lacrimosamente salata, confinata nel proprio perimetro, adiacente a null’altro che se stessa.
Non ci sono opzioni che creino varchi di frontiera con altre terre, né ponti così lunghi e stabili da poter collegare con mezzi di terra.
Nessuna copertura di segnali radio, troppo deboli per poter trasmettere, ed ecco che la comunicazione è scarsa e fastidiosamente disturbata: le parole implodono perché tanto ne uscirebbero spezzate e trasformate.
Mari troppo agitati per poter tentare una traversata.
Le parole implodono perché tanto ne uscirebbero spezzate e trasformate.
Troppo rischioso!
Meglio cercare un rifugio e un pensiero positivo per la notte.
Meglio sperare di avere la forza di spaccare un paio di noci di cocco per dissetarsi e nutrirsi… anche se – è intuitivo – la sete si placa davvero solo con acqua fresca che: no, stasera non c’è…
In isolamento in questi pensieri esclusivi, invitare a cena ancora una volta le proprie ombre dispettose che, finché si sta in piedi, restano almeno della propria forma ma appena ci si siede per tentare una cena rilassante… si deformano volgarmente e devastano la loro sagoma.
Sono insopportabili le ombre.
Ed insopportabili le lacrime, troppo calde e salate, quando sembrano partire dallo stomaco, salire dolorose come un boccone a tonsille gonfie e divenire brace spegnendosi in un gran mal di testa.
Ma sull’isola si gioca con tutto questo… e un giorno si potrebbe persino riderne.
Sapendo già lucidamente che la solitudine presto tornerà a farsi sentire, imparare a godersi a pieno respiro quel momento dell’abbraccio.
Che follia! Ma davvero, è così!
E chi ride di sé si è già salvato.
Ridere per il solletico ricevuto in un abbraccio.
Quello stesso mare, salato ed isolante nelle basse maree, è risalito per abbracciare e dare sollievo alle coste ormai arse dal sole.
Perché il mare è così: non puoi arginarlo se sei uno scoglio… ma se sei isola puoi lasciarti avvolgere.
E, sapendo già lucidamente che la solitudine presto tornerà a farsi sentire, imparare a godersi a pieno respiro quel momento dell’abbraccio.
Grazie a Fabio Cavasenna e a Eliana Puma per la concessione delle loro foto.