Ci sono città…
Ci sono città che ti rubano il cuore, fulminee come un lampo nel cielo d’estate. Intense come solo il primo amore, suonano con le corde dell’anima le note di un desiderio platonico che non assumerà mai connotazioni reali. Non cambiano mai e mai invecchiano. Profumeranno sempre di rose e cannella, portate nella notte dal vento caldo dell’Est.
Ci sono città che sembrano donne esperte messe sul tuo cammino per darti grandi lezioni di vita, alle quali non puoi far altro che esser profondamente riconoscente. Ti sbattono in faccia la realtà con una violenza che ti lascia senza fiato, e lo fanno perché dalla realtà sono state a loro volta duramente provate. Ma pur avendo il volto sfregiato dalle cicatrici emanano un fascino irresistibile che a te, nonostante tutto, non resta altro che amare.
Sono questi i luoghi in cui tutto ha un prezzo e niente un valore
Ci sono quelle che invece ti fanno guardare indietro e rimpiangere la semplicità. Città in cui l’aria è marcia come il cibo che mangi ed esserci o non esserci non fa, a dire il vero, una gran differenza. Città in cui è l’apparenza quel che conta, dove gli uomini corrono come atomi impazziti in tutte le direzioni, senza riposo, sfiorandosi costantemente senza mai riuscirsi a toccare, o guardare. Sono questi i luoghi in cui finalmente capisci cosa significhi sentirsi solo tra la folla, dove non si appartiene a nessuno e nessuno ha l’intenzione di appartenere a te. La chiamano alienazione.
Ti svuota gli occhi della loro luce, e nel guardarti allo specchio non puoi fare a meno di constatare che l’immagine riflessa è molto diversa da te. Ti chiedi a cosa sia imputabile questa trasformazione e non riesci a darti una risposta. Eppure, la risposta è nell’aria che respiri ogni giorno, nel grigio del cielo, nel ritmo di vita che ti entra nel sangue, ti arriva al cuore e lo accorda secondo i desideri di questa massa informe, secondo le sue necessità. Sono questi i luoghi in cui tutto ha un prezzo e niente un valore, in cui il valore di una persona é direttamente proporzionale al conto in banca e inversamente proporzionale alla sua maturità sociale ed emozionale.
Ma arriva il momento in cui ai polmoni serve ossigeno, e dall’abisso si risale in uno spasmo che contrae di colpo tutti i muscoli del corpo. E con l’ossigeno, dalle narici passa anche il profumo della primavera.
Come sul finestrino di un treno in corsa, il mio volto di eterno vagabondo si riflette sui paesaggi di questa Terra, riempiendosi delle sue forme, tingendosi dei suoi colori.
E’ tutto quello che ha visto, é tutto ciò che vedrà. E nella frammentazione dell’esistenza, nell’aggrovigliarsi discontinuo dei miliardi di possibilità che questo mondo offre, trova il suo ritmo, e impara a danzare all’unisono con la Vita.