Amsterdam è donna
Il vento olandese ti spezza il respiro, ti scompiglia capelli, pensieri e prospettive mentre deposita nuovi pensieri sui canali che si susseguono ordinati e diversi. Amsterdam è una donna, senza dubbio. Sa ammaliare e respingere, ti mostra il sole ma sa quando mostrarsi fredda. Le persone sorridono. Sì, sorridono proprio, senza ombra di dubbio.
Saranno i tulipani, le facciate degli edifici che sporgono storte, come a ricordarti che va bene così, che non deve essere tutto dritto, tutto geometrico, tutto calcolato. Gli edifici se ne stanno lì pendenti e colorati, i tetti appuntiti come nei disegni di ogni bambino. Magari nascondono anche del marzapane, per chi lo sa cercare. I canali sono silenziosi spettatori di un’umanità che si muove su due ruote, non suona il campanello e si è assuefatta a tanta bellezza.
I turisti invece se ne stanno con il naso all’insù, gli occhi che vorrebbero moltiplicarsi solo per contenere tutto. Contenere. Che parola buffa. Come se avessimo davvero bisogno di contenere, dare una dimensione, definire i contorni. Abbiamo paura che ci sfugga tutto dalle mani, e così ne scriviamo, lo fotografiamo, ne parliamo. Non ci fidiamo della nostra memoria, vogliamo incidercelo addosso.
E Amsterdam ci lascia fare. Mi lascia fare. Se ne sta buona in posa mentre esploro il suo quartiere dai mille specchi, dai riflessi rossi, mentre penso a come dev’essere la vita dall’altra parte della vetrina. Una vita di trucchi, merletto e mani sconosciute, sorrisi fugaci, mescolanze a troppe bandiere.
Come se avessimo davvero bisogno di contenere, dare una dimensione, definire i contorni
I mulini continuano a lasciarsi domare dal vento, senza domande, senza aspettare risposte. I rami continuano ad incorniciare laghi, fonti, case nuove e antiche, persone con storie più intricate delle radici di questi alberi. Per un motivo del tutto inspiegabile Amsterdam è una donna di pace, non fa domande. Offre terra, cieli, venti, colori, sorrisi. Non trattiene nulla. Se potessi essere una città forse sarei un po’ Amsterdam: donerei senza avere risposte, sperando solo che chi riceva impari a farlo senza filtri.