Cattivo
Fa freddo oggi.
Non sono sicuro che dietro la porta ci sia ancora qualcuno che mi aspetti. Negli anni ho capito che se rimani nell’attesa di un qualcosa o qualcuno che cambi la tua vita, devi solo non pensarci, mai. Perché se deve arrivare, arriverà.
E’ così che ho iniziato questo lento, ma caparbio, cammino verso l’esclusione.
Strano che ne parli. E’ molto difficile per me, adesso, in queste condizioni d’isolamento, allentare il flusso dei pensieri per mettere a fuoco quello che è accaduto in questi anni e per tentare di raccontarlo…
Non so cosa scrivere, come spiegare.
Stanchezza.
Un poco di borghese benessere che impalpabile corrode lo scorrere dei giorni. Noia, sì, forse noia, mischiata ad un malessere diffuso nei confronti degli altri.
Non ricordo bene il giorno preciso in cui ho iniziato, né posso dire di non avere mai capito il motivo primario per il quale ho preso la decisione.
Credo che la cosa risolutiva, che mi ha portato a questo, sia stata la consapevolezza di essere diventato cattivo, cattivo, cattivo.
Una scelta quasi obbligata, o per meglio dire, una razionale possibilità utile a soddisfare l’imbarazzo di stare al mondo, insieme agli altri.
Che splendida giornata per una giornata di grigiore plumbeo.
Questa è la combinazione letterale. Esatta. Giusta. Perfetta.
Fa freddo.
Quello che conta è che adesso posso sfogliare un libro senza per questo assorbirne le emozioni. Perché le parole per me non hanno più significato. Le scorro, le mastico, le erutto, le sputo via.
Quello che conta è che adesso posso restare chiuso in una stanza senza aspettare che qualcuno mi venga a chiamare. Perché ho bisogno soltanto di me.
Quello che conta è che adesso non m’importa di cosa possa accadere lì fuori. Perché tutto è già successo in questa stanza.
Tra le migliaia di pagine e pagine lette, ho trovato spesso qualche parola che mi ha suggerito un’idea specifica sul mio possibile futuro. Sì, come quando sei di fronte ad una decisione da prendere e non hai tempo, lo devi fare prima che accada l’irrimediabile, ecco! In un momento come questo, fulmineo, serve che arrivi la spiegazione giusta e se trovi tra le pieghe della ragione la parola esatta che la interpreti, ne esci fuori e ti salvi, altrimenti sono guai.
Poteva succedermi questo. Poteva accadere, come a tanti altri. Di riuscire, cioè, a mettere in atto questa combinazione di eventi possibili. Se ciò fosse avvenuto, non avrei trascorso tutto questo tempo ad immaginare che, invece, tutto sarebbe andato diversamente da come doveva andare.
Come il naturale flusso verso la progressiva combinazione esatta della storia. La mia storia. Mia.
Ma le cose non sono così semplici. Eh no! L’inganno svelato è la libertà di diventare cattivo.
Fa freddo oggi è meglio chiudere la finestra.