Uno a zero e palla al centro
Uno a zero e palla al centro. L’immagine è così potente da aver indotto una metafora. Palla al centro, per intanto ho vinto io. Si ricomincia. Non è l’unico prestito linguistico mediato dal gioco del calcio, ma di sicuro uno dei più riusciti. L’immagine della palla al centro porta con sé emozioni del tutto particolari. Intanto, ha la forza della ritualità. L’ingresso in campo, i saluti, il sorteggio, lo schieramento iniziale. E’ un rito e per questo si veste di qualcosa di sacro, come fosse una messa laica che si ripete ogni domenica; un’offerta al Dio del Pallone che segue di poche ore quella vera, offerta a mezzogiorno al Dio Cristiano. Maiuscolo, come il nome di Ronaldo, capitano della nazionale portoghese.
Che poi una divinità calcistica esiste davvero. Divinità non significa carne e ossa, però. Lasciate perdere la moda di oggigiorno di odorare santità al terzo palleggio imbroccato da chicchessia. No, qui si parla di una di quelle divinità capaci di riempire l’Olimpo (greco, da non confondere con il meno mitologico Olimpico di Roma) di palloni d’oro: Eupalla. Ovviamente il nostro non vuole essere un ritorno alle pratiche pagane, quindi ci spieghiamo meglio. Chiamasi Eupalla “la dea che presiede alle vicende del calcio ma soprattutto, del bel gioco. Divinità benevola che assiste pazientemente alle goffe scarponerie dei bipedi”. Parole, crediti e quant’altro del grande Gianni Brera, inventore di Eupalla. A proposito, quando torni a fare una capatina nel bel paese, Eupalla?
Al fischio torrido dell’arbitro fa seguito il calcio d’inizio. Due tocchi, uno scambio rapido a centrocampo. Il pallone che schizza veloce all’indietro verso il trequartista. Si comincia, o si ricomincia. Di questo, e di tutte le altre riprese del gioco, si occupa la Regola 8. Il calcio d’inizio – recita – è un modo di cominciare o riprendere il gioco: all’inizio della gara; dopo che una rete è stata segnata; all’inizio del secondo tempo e all’inizio di ogni tempo supplementare, quando previsto.
Chi vince il sorteggio sceglie in quale metà del terreno schierarsi, e quindi in che direzione attaccare
Comunque, fatti gli onori di casa, saluti e baci, l’arbitro procede al sorteggio. Funziona così. Per dovere d’ospitalità (il calcio è uno sport tra galantuomini, com’è noto) si lascia scegliere al capitano ospite tra testa e croce. Chi vince il sorteggio (che si fa anche al primo tempo supplementare) avrà diritto di scegliere in quale metà del terreno schierarsi, e quindi in che direzione attaccare. Potrebbe essere un vantaggio reale: si può evitare di avere il vento contrario, o il Sole negli occhi, o una fastidiosissima pozzanghera nell’area di rigore avversaria. L’altra squadra batterà il calcio d’inizio. Nel secondo tempo (anche supplementare) le squadre invertiranno le metà campo, e chi non ha battuto il calcio d’inizio nel primo tempo lo eseguirà nel secondo.
Veniamo al calcio d’inizio. Che non si batte solo all’inizio, ma anche ogni volta che una squadra ha subito una rete. Le regole sono poche e molto semplici: tutti i calciatori devono essere all’interno della propria metà campo, e gli avversari della squadra che batte devono essere a 9,15m dal pallone, che si troverà fermo sul punto centrale del terreno di gioco. In altre parole devono stare esternamente al cerchio di centrocampo… e comunque ricordate questa misura: nove-metri-e-quindici-centimetri. Oppure 10 yards, fate voi. Il calcio è un gioco inglese, e gli inglesi proprio per questo hanno a che fare solo con cifre tonde.
Una notte fui ingaggiato per un torneo che si sarebbe disputato in un paese vicino al mio. Si, non sono ancora messo così male da prendere il giorno per notte e viceversa: ho scritto notte e di notte si trattava. Ritengo invece opportuno sorvolare su luogo, modalità e personaggi coinvolti nella contrattazione di cui sopra. Senonché il giorno dopo mi presento al campo con tanto di occhiaie e calzini spaiati. A giudicare dai miei compagni di squadra, anche per loro l’ingaggio deve essere avvenuto in circostanze di cui è meglio non proferire parola. Insomma, palla al centro e via! Passano dieci minuti e i nostri avversari devono trovare una benché minima motivazione nel proseguire la partita in maniera per lo meno professionale. Infine trovano codesta motivazione nella statistica: mantenere la media di un goal segnato ogni due minuti. A fine primo tempo i calcoli sono dalla loro. Nel secondo tempo non ci rimane che chiedere all’arbitro una parvenza di pietà: visto che la partita si svolge in toto dalle parti del nostro portiere, per lo meno che invece di ripartire da centrocampo ogni due minuti si parta direttamente dalla nostra area di rigore, con meno sforzo di tutti. Ma l’arbitro, inflessibile, ci impose di rispettare il regolamento. Intanto avevamo preso l’ennesimo goal. Non firmate contratti dopo una certa ora.
A questo punto l’arbitro fischia e autorizza il calcio d’inizio. Il pallone sarà in gioco quando viene calciato e si muove in avanti e – ma questa è una regola generale, come vedremo – l’esecutore del calcio d’inizio non può toccare di nuovo il pallone prima che questo sia stato toccato da un altro calciatore.
Particolare da tenere a mente: a calcio si gioca, per lo meno all’inizio, undici contro undici. I vostri polli si spera voi li conosciate. Quindi, se sapete che la vostra non è una squadra di personcine affidabili, contatevi come fanno i bambini. Altrimenti succedono queste cose qui:
il calcio d’inizio deve battersi in avanti
Poi ci sono i calci d’inizio farlocchi, quelli che non sono fatti dai giocatori in campo, bensì da personaggi esterni alle due squadre. Si tratta di cantanti, soubrette, personaggi famosi, ex famosi, ex calciatori e altre pseudocelebrità. Ricordo un calcio d’inizio di un Olympique Marsiglia – FC Nonricordo in cui l’onore della platonica prima pedata fu dato ad una non meglio precisata cantante. Ebbene, ci manca poco che manca il pallone e vola gambe all’aria in mondovisione. Suvvia, ognuno faccia il suo lavoro. In ogni caso si tratta di un gesto simbolico e nulla più, cui fa sempre seguito un calcio d’inizio vero.
Una rete, ci tiene il Regolamento a precisare, può essere segnata direttamente su calcio d’inizio. Vero, l’ha fatto Maradona, direte. Sbagliato. Maradona non segnò su calcio d’inizio, ma “solo” da centrocampo. Quel che ha fatto Vuk Bakic, giovanissimo attaccante del GSP Polet, serie minore giovanile del campionato serbo non l’ha fatto mai neanche el Pibe de Oro:
La Regola 8, poi, si occupa anche della rimessa da parte dell’arbitro, al secolo palla a due, sulla quale si sa ben poco. In pratica è il modo di riprendere il gioco quando è stato interrotto dall’arbitro per qualsiasi ragione non prevista dal Regolamento. Che, caso più unico che raro, prevede di non prevedere tutto. L’arbitro – dice la Regola – lascia cadere il pallone a terra nel punto in cui si trovava al momento in cui il gioco è stato interrotto, a meno (altra regola generale) che il gioco sia stato interrotto all’interno dell’area di porta, nel qual caso “l’arbitro effettuerà la propria rimessa sulla linea dell’area di porta parallela alla linea di porta, nel punto più vicino in cui si trovava il pallone quando il gioco è stato interrotto”. Uno sproloquio per dire che nell’area di porta si può riprendere il gioco solo con un calcio di rinvio.
Beninteso: se un arbitro interrompe il gioco senza un valido motivo col pallone che si trova nell’area di porta, a meno che non si debba soccorrere un giocatore in preda a un ictus fulminante, deve essere solo radiato dai campi di calcio. Comunque sia, il pallone è in gioco non appena tocca terra: i giocatori non lo possono intercettare a mezz’aria ma devono contenderselo dopo che sia precipitato.
Nei campi di periferia la palla a due è anche un buon metodo per regolare conti in sospeso tra giocatori. In questo caso vedrete la palla, scodellata dall’arbitro, rimbalzare sul terreno fino a fermarsi tra la tenera erba del prato. Diversamente, uno dei due contendenti stringerà le mani attorno all’inguine e ululerà la propria disapprovazione per la mancanza di mira dell’avversario.
Le cose notevoli sono due. Intanto, che la palla a due non è (per forza) a due. Nel senso che il Regolamento non prevede da nessuna parte che due giocatori avversari debbano essere presenti sul posto. Non esiste un numero minimo o massimo di calciatori che possono contendersi il pallone su una rimessa da parte dell’arbitro, né una distanza minima da rispettare. L’arbitro quindi può benissimo scodellare il pallone sui piedi di uno senza colpo ferire, e quindi consegnare il gioco a una squadra, e buonanotte al secchio. E infatti, a scanso di equivoci, è una cosa che fa spesso, specie se c’è il sentore di uno scarso fair play in campo, cosa che può facilmente esacerbare gli animi.
un’autorete non può mai essere segnata direttamente su una ripresa di gioco
Veniamo alle curiosità, che non mancano mai e alle quali vi sarete ormai abituati.
la palla a due non è (per forza) a due
Ingresso in campo. Squadre schierate, si procede al sorteggio. E se l’arbitro si scorda la monetina? Capita, e più spesso di quanto crediate. A quel punto le regole interne agli arbitri dicono di organizzare una rapida morra cinese col fischietto: nasconderlo in una mano e chiedere al capitano ospite di indovinare dove sia. Di necessità virtù, tanto più che in pochissimi se ne accorgeranno.
Chiudiamo con una leggenda: si dice che in Scozia, notoriamente patria di insigni taccagni (tra i più famosi si ricorda Paperon de’ Paperoni), una partita tardò non poco ad iniziare a causa dell’avarizia dell’arbitro, che non ne voleva sapere di tirare fuori dalla tasca un penny. Allora si fece avanti uno straniero che piuttosto spazientito mise una sua monetina nella mano dell’arbitro. Questi quindi lanciò il penny in aria. O forse non lo lanciò. O forse qualcuno lo intercettò prima di toccare terra. Ad ogni modo sul prato quel penny non ci arrivò mai. Partita sospesa e tutti al pub. Con buona pace dello straniero, che fu probabilmente l’unico ad aver pagato il biglietto.
Appuntamento alla prossima settimana: vi spiegheremo quando il pallone è in gioco e quando non in gioco. Nel frattempo, azzardate le risposte. D’altronde conoscete già metà del Regolamento, siamo al giro di boa.
Sorpresi di aver scoperto cose nuove sullo sport che più amate e che credevate di conoscere a menadito? Curiosi di saperne di più? Scaricate qui una copia del Regolamento del Gioco del calcio: avrete di che parlare con gli amici!