C’è davvero un sacco di cielo
Sono nata tra i monti. Non proprio sulla cima, capiamoci, ma a valle, in una valle circondata da montagne. E ho vissuto per quasi tutti i miei trentatré anni tra i monti. Non mi è mai piaciuto. Non mi sono mai sentita a mio agio ad avere l’orizzonte chiuso, il cielo solo una striscia lunga e gli alberi a parlare sfiorati dal vento. Dicono che il pensiero possa scavalcare tutti i confini ma io credo che certe altezze siano problematiche anche per lui.
La valle ti culla. Ti invoglia a procedere orizzontalmente e mai verticalmente. È più facile così, camminare in avanti, pensare linearmente, fare qualche curva sì, ma mai scalare. Questo è ciò che fa la maggior parte delle persone. Poi ci sono quelli che la montagna la amano, la abitano, la scalano e fanno loro. E sulla cima poi possono vedere tutto il mondo.
Vi siete accorti di quanto cielo c’è?
Io non sono tra quelli. La montagna non sono mai riuscita a farmela amica. Vuoi per pigrizia, vuoi per poca compatibilità. Ho sempre cercato di andarmene. Ho sempre cercato la pianura – che fosse quella di Milano – o il mare – che fosse l’Oceano Pacifico o il Mare Adriatico poco importava e importa.
Me ne sono andata molte volte e molte sono ritornata. Perché la montagna è quasi una coperta di Linus e seppur la si sente estranea quella Valle industriale, grigia e senza stimoli, è pur sempre il luogo dove tutto è cominciato. Dove tutto continua.
Poi, però, capisci che i tuoi spazi e i tuoi luoghi sono altri. Non uno in particolare ma sicuramente non quello.
Ora, quando la mattina vado al lavoro, salgo su un bus che corre lungo il mare.
E io, lì seduta, posso finalmente lasciare andare il pensiero. Quella voglia di rompere le barriere che ho sempre avuto trova, finalmente, la sua risposta.
Vi siete accorti di quanto cielo c’è?
Io non lo sapevo mica. Abituata com’ero a vedere il cielo come una striscia, come un torrente azzurro che scorre sopra le nostre teste.
E invece ora mi incanto a osservare la linea dove mare e cielo si incontrano e mi trovo a pensare che c’è un sacco di cielo. E un sacco di mare. Ed è meraviglioso.
Abituata ai verdi e ai marroni, quei grigi e quegli azzurri sono una novità che mi rapisce e mi fa sorridere e che spero non diventi mai abitudine.
Voglio continuare a sorprendermi di fronte alle onde, al vento che alza la sabbia, ai passeggiatori solitari, a quell’orizzonte che sembra finire ma che alla fine non si fa mai toccare.