Il Caravaggio rubato e la Natività di Palermo
Caravaggio. Il pittore maledetto gemellato ad una città maledetta.
I suoi dipinti descrivono un’analisi della condizione umana ma racchiudono al contempo la luce della vita; sembrano una fotografia della città di Palermo. Le contraddizioni della vita del pittore sono le antinomie di una città ricca di luce, colori e odori in continuo alternarsi tra la vita e la morte.
Palermo come una sua pietanza: la caponata. Colorata e piena di ingredienti poveri che insieme rendono un unico gusto e alla fine un sapore agro-dolce quello dello zucchero e dell’aceto. Questo è il capoluogo siciliano se vogliamo gustarlo nella sua complessità.
La Natività del Caravaggio è il simbolo della vita che si apre al mondo e proprio questo quadro con il cui soggetto è la rappresentazione della vita è stato rubato. L’arte sottratta dalla malavita.
Torno ora dal teatro Massimo. Ho bisogno di condividere le emozioni forti dopo aver assistito all’oratorio giornalistico “il Caravaggio rubato“ con chi ama e conosce la città: il Sindaco.
Il Prof. Leoluca Orlando così mi descrive lo spettacolo e la città:
“Il Caravaggio rubato con la musica di Giovanni Sollima, le parole di Attilio Bolzoni, le fotografie di Letizia Battaglia elaborate da Igor Renzetti è la descrizione artistica del tunnel dal quale la nostra città attraverso le paure e il coraggio di tanti è uscita ed oggi Palermo – la nostra tormentata e violentata Palermo – è più avanti di tutte le altre città italiane.”
Io non so se la mia Palermo sia più avanti delle altre città; sicuramente altre hanno meno contraddizioni, più lavoro e ordine ma sicuramente la musica geniale di Giovanni Sollima e gli assoli del suo violoncello descrivono in musica l’anima del capoluogo siciliano.
Spettacolo per palermitani questo, per non dimenticare ma anche una serenata d’amore per una città che ogni volta muore per rinascere a piedi nudi .
La Mafia è morta, o forse no, ma adesso non abbiamo più paura di nominarla e di descriverne le efferatezze. Questo il messaggio che il popolo scalzo e rinato mille volte e dai mille volti e suoni e sapori lancia al mondo attraverso la splendida musica di Sollima.