Il treno delle sei e dieci
In settimana sono stata fuori Napoli per una importante riunione di lavoro. Sveglia ore cinque. Il treno Freccia Rossa Napoli-Roma delle 6.10 è gremito di gente. Sono i pendolari. Sono organizzatissimi. Si prendono i migliori posti. Quattro a quattro. Davvero non credevo ci fosse tanta vita alle sei di mattina alla stazione. Si salutano per nome, raccontano le cose fatte la sera prima, si scambiano caramelle e pasticcini, danno una sfogliata rapida agli smatphone per gli ultimi post su facebook , giacca utilizzata a mò di copertina e via, si dorme. Io che non ci sono mica abituata ovviamente non prendo il minimo accenno di sonno, e anzi resto a guardarli, incuriosita, mentre il treno scorre a trecento all’ora.
Li osservo mentre dormono, immagino i loro mestieri, e li vedo dietro cattedre e in ambulatori medici, in aule di tribunali e dentro uffici. E guardando al di là del finestrino mi rendo conto di quanto le distanze siano relative. In fin dei conti ho fatto in meno di un giorno un viaggio in Toscana, e ritorno. Nulla è vicino e nulla è davvero lontano. Il mio capo mi prende in giro chiamandomi la donna dei centocinquanta metri. Io ho tutto ciò che desidero in quel raggio d’azione. Feltrinelli, Mc Donald’s, la mia mamma, il mercatino rionale, i negozietti cinesi, la palestra e la scuola dei figli. Ma c’è invece chi come me non ci starebbe mai, chi non vuole i vicini di casa, ma i lontani.
Poi però c’è internet che azzera tutte le distanze. Se dove abiti non c’è lo straccio di un negozio che venda una maglietta rossa per la recita di tuo figlio, ci pensa Amazon, e quindi ciò che è lontano diventa vicino in un click. Quanto corre questo Freccia Rossa. I pendolari dormono beati, loro ci sono abituati. Con face time posso parlare con la mia amica d’infanzia che si è trasferita in Germania per l’Erasmus e qui non ha mai fatto ritorno e con Hangouts posso fare riunioni di lavoro meno informali di questa.
C’è chi viaggia per lavoro o per necessità varie ma c’è chi viaggia anche per amore.
Mi è arrivata una richiesta insolita: due sposi su un treno.
Vi faccio vedere come ho fatto!
Le spose, si sa, hanno la precedenza su tutto e quindi son partita da lei: Ho fatto una pallina color carne per simulare la testa tonda e dello stesso colore il corpo un po’ allungato. Poi le ho fatto l’abito facendo un orlo in basso e le maniche allargate sul fondo. Ho dipinto gli occhi con il nero e poi l’ho truccata sulle gote. Le ho messo un velo “svolazzante e fatto una rosellina di lato.
Ho preparato anche lo sposo, applicando sul capo la tuba e ho messo nella mano destra una paletta da capostazione. Li ho messi a cavallo di un treno ricavato da un plumcake e appoggiato tutto su una torta.
Gli sposi sono pronti a fare il loro viaggio più importante, destinazione felicità!
Da Francesca Centocinquantametri è tutto, alla prossima!