Stesi in panne tra intimi panni
Ore 18:55, in regime di tariffa elettrica bioraria. Tutto pronto per cominciare, tra i panni nel cestone regna grande confusione.
La lavatrice è in cucina, in un incastro scientificamente studiato tra lavello e piano cottura, pronta ad agire con efficace distacco su macchie, aloni e sudori d’ogni genere.
Chiariamo che lei – la lavatrice – se ne frega di sapere… lei fa il suo dovere e non chiede: prende il vissuto e lo riporta a freschezza.
Io invece sto messa (molto) peggio, in panne tra strani legami e confuse commistioni, ma (ottimista) provo ad imitarla e, con asettico e disinvolto piglio da professionista governante, divido: chiari, scuri, colorati.
Facilissimo, un gioco da bambina!
Con discreta semplicità, mi convinco di non ricevere odori né sensazioni dal provato tessuto di quei panni. Che importanza ha? Sempre lavarli si deve! Ma trovo… uhm… li trovo…
Con discreta semplicità, mi convinco di non ricevere odori né sensazioni dal provato tessuto di quei panni.
Incoerenti.
Boxer e slip che vanno insieme in lavatrice ma non a letto. Sarebbe ora di smettere di lavare i panni sporchi in famiglia!
Incongruenti.
Chissà se lì da soli, quando nessuno li vede, poi litigano o fanno l’amore…
Corrono il rischio di venirne fuori fiacchi ed infeltriti, lo so bene. Magari, per sicurezza, potrei mettere un pochino di ammorbidente. A chi potrebbe far male?
Agli allergici, ovvio. E poi inquina.
I panni intimi facciano ciò che vogliono.
Sapranno il fatto loro. Almeno loro.
Niente, gliela lascio sbrigare da soli, i panni intimi facciano ciò che vogliono.
Sapranno il fatto loro. Almeno loro.
(PS Amici, non allarmatevi. È solo analisi, fantasia e santissima ironia su come gira il mondo. Ogni riferimento è casualmente puro. Nessun familiare è stato maltrattato durante la stesura di questa biancheria e di questo testo.)