La bandierina mettila nel culo
Il guardalinee l’ho fatto anch’io. Più a lungo con maggiori soddisfazioni di quand’ero arbitro. Che gusto c’è a fare il guardalinee, vi chiederete. Prospettive diverse. Si vedono cose che l’arbitro non sa, che neanche immagina. Perché davanti a te le fanno uguale. Il guardalinee quasi non esiste; è un arbitro, ma è diversamente potente. Una mezzasega, un mutilato senza cartellini e con la bandierina in mano. E così si ha una prospettiva diversa. E s’impara a star da parte. Ad essere gregari, di supporto. Ad assistere l’arbitro, senza sovrapporvisi. Senza surrogarlo, senza prevaricare. Noi, abituati ad essere arbitri, si deve intanto imparare a farsi i cazzi propri. Ad entrare nel ruolo di assistente. Mentre da dietro qualche spettatore dice – oltre al classico invito a mettere la bandierina nel culo – levati davanti, che devo vedere la partita!
Noi, abituati ad essere arbitri, si deve intanto imparare a farsi i cazzi propri.
Eppure gli assistenti arbitrali sono parte integrante di ogni partita di calcio. Tanto che, nelle categorie inferiori, dove di ufficiali non se ne possono permettere, le squadre devono mettere a disposizione, ciascuna, un assistente di parte. Un surrogato d’un assistente. Spesse volte un vecchio o un bambino con un’asta in mano da cui pende un fazzoletto. Eppure, senza non si può giocare. Assurdo ma vero.
Di loro si occupa la regola 6. I loro compiti sono sempre soggetti alla decisione ultima dell’arbitro e stanno lì per segnalare quando il pallone esce dal terreno di gioco (e quindi se una rete è stata segnata), a chi tocchi la rimessa e se si tratti di rimessa laterale, calcio di rinvio o calcio d’angolo; quando avvengono scorrettezze che l’arbitro non abbia visto o abbia visto male (ripeto: che non abbia visto o abbia visto male. Non quindi che abbia visto bene e – forse – male interpretato); la non corretta esecuzione di un calcio di rigore e quando viene richiesta una sostituzione. Così il regolamento.
Ma poi c’è molto di più. Perché la terna arbitrale è anch’essa una squadra, una squadra vera e propria, e i guardalinee ne fanno parte integrante, occupandosi in prima persona insieme all’arbitro di ogni aspetto della gara, prima durante e dopo. Ogni dettaglio viene discusso nella terna: è quello che si chiama briefing pre-gara. Ma il mantra è sempre uno. Bisogna sempre guardarsi. Mantenere il contatto visivo. Perché non c’è niente di peggio per una coppia di arbitro e guardalinee che dare segnalazioni divergenti. Si va dal mettetevi d’accordo cazzo! al putiferio, e la perdita di autorevolezza è istantanea.
Quando ero bambino mi capitò di assistere ad una scena la cui morale voglio anticipare già da subito: il destino ha una crudeltà ingiustificata. Allora: con alcuni amici siamo ad assistere al torneo del paese. La platea, quattro assi inchiodate per il lungo, è adiacente al campo. Delle evoluzioni tecnico-tattiche dei giocatori, alquanto approssimative a dire il vero, ce ne infischiamo proprio. Piuttosto a noi maschietti pare interessante una ragazzina giunta dalla città, forse cugina o amica di qualcheduna del paese, una smorfiosetta capelli biondi e sguardo furbetto davvero niente male. Due di noi si avventano subito sulla preda, uno già famoso per le sue conquiste, l’altro tutt’al più considerato un outsider.
Devi fare il guardalinee, Beppe è andato a casa perché domani fa il turno di mattina e non c’è nessun altro disponibile
E poi c’è il fuorigioco. Croce e delizia degli assistenti. È per loro la priorità assoluta. Di cosa sia ce ne occuperemo alla regola 11, che è a lui dedicata. Ma è la regola principe del gioco del calcio, quella che l’ha reso così amato e spettacolare, e che scatena più proteste e malintesi di tutte le altre messe insieme.
Fare il guardalinee è difficile. È un ruolo molto tecnico
Wait & See lo chiamano. Wait & See. Aspetta e guarda. È il nostro karma. Aspetta e guarda, mentre alle tue spalle urlano, strepitano, ti minacciano, ti insultano tutto e tutto, dalla madre ai morti alla fidanzata ai tuoi fratelli mai nati. Alza. Non alzare. Se alzi ti uccido. Se non alzi t’ammazzo. Ti brucio la macchina. Sono i campi del Sud, e io ho fatto la Sicilia e la Campania. Adrenalina a mille.
Nelle regioni appenniniche, notoriamente politicizzate, gli insulti si colorano politicamente. Provate ad assistere a match di campionati di seconda, terza e ancor più infima serie nelle provincie emiliane e toscane. E in zone dove la componente rossa è piuttosto forte, potete immaginare la giacchetta nera (ora non più, ma nell’immaginario collettivo nera rimane) di arbitri e guardalinee quali e quanti insulti possa attirare.
Esulta. E in cuor tuo esulti anche tu. Non è tifo, non importa la maglia. Ma quel gol è anche merito tuo. Ecco che gusto c’è, a fare il guardalinee.
Che poi, se proprio vogliamo dirla tutta, un guardalinee può diventare pure un messia. Schiere di calciofili lo seguiranno passo a passo. Ricordate il film Forrest Gump? Avete presente quando lui inizia a correre e tutta quella gente lo segue e corre con lui? Pensate che un guardialinee non possa avere altrettanto seguito? Guardate qui sotto che è successo a Cadice, allora.
Veniamo alle curiosità. Gli assistenti non cambiano campo nell’intervallo, così da seguire ciascuno entrambe le squadre nei due tempi di gioco. Una su tutte: se un guardalinee all’improvviso alza la bandierina per richiamare l’attenzione dell’arbitro, sappiatelo prima: ci sarà un’espulsione. È il caso classico in cui segnala di aver visto una condotta violenta; di vizi minori, l’amico assistente non si occupa, e quando insistentemente richiama a sé l’arbitro il fatto è della massima serietà, e sventoleranno cartellini rossi.
Poi, avete fatto mai caso al gesto del guardalinee durante la segnalazione di fuorigioco? Braccio alto per segnalare la posizione; fischio dell’arbitro, e poi? Poi indica la posizione dove è avvenuta l’infrazione. Braccio diagonale alto se dall’altro lato del terreno; centrale se al centro; diagonale basso se nella sua prossimità. Guardare per credere.
Infine, sgombriamo il campo da un equivoco molto frequente fra i tifosi. Spesso si sente dire ok, l’arbitro non ha visto, ma quello che ci sta a fare? Non poteva segnalare lui? No, evidentemente non poteva. Perché tutto dipende dalle disposizioni impartite dall’arbitro nel pre-gara, e soprattutto dal regolamento. L’assistente deve segnalare solo i falli che non erano sotto il controllo dell’arbitro. Non correggere i suoi errori, per quanto palesi. A quello ci penseranno altri: dirigenti e osservatori arbitrali. Perché non pensiate che una partita finisca lì, al triplice fischio finale. Per gli arbitri continua, e se han sbagliato saranno dolori. Infatti anche gli arbitri, sappiatelo, sono giudicati, e tanto più frequentemente quanto più alta è la categoria. A valutarne le prestazioni sono gli osservatori arbitrali, ex arbitri che si occupano proprio di questo: guardano la partita, e alla fine parlano con la terna e attribuiscono un voto: è così che gli arbitri fanno carriera.
E il guardalinee? Quante gliene dicevamo al guardalinee? Bei tempi.
Sorpresi di aver scoperto cose nuove sullo sport che più amate e che credevate di conoscere a menadito? Curiosi di saperne di più? Scaricate qui una copia del Regolamento del Gioco del calcio: avrete di che parlare con gli amici!