Un viaggetto in India?
Sono sicura che quasi tutti a un certo punto della vita vogliano ritrovare loro stessi, magari facendo un viaggetto in India. Sono anche sicura che in molti anche senza necessariamente voler ritrovare se stessi abbiano pensato di farlo, questo viaggetto in India.
E allora, dopo quasi tre anni di assidua frequentazione con questo subcontinente, mi sento di darvi qualche consiglio non richiesto.
La flessibilità.
Non state andando in Svizzera e nemmeno vi state andando a fare il giro dei castelli della Loira. State andando in un paese in cui molte cose sono relative. Tipo il concetto del tempo.
Il vostro tempo è sicuramente prezioso ma non è il tempo secondo cui si muove un intero continente. Quindi preparatevi a lunghe attese che poi non vi serviranno a niente perché sicuramente qualche imprevisto sconvolgerà i vostri piani. Preparatevi a passare diversi minuti in fila alle casse se per caso decideste di pagare con la carta di credito. Sì, perché spesso la linea non c’è, la vostra carta non è valida oppure, sory sory, la macchinetta è rotta.
Una valida alternativa sarà prelevare qualcosina in anticipo allo sportello. Però non prima delle undici del mattino perché potrebbe accadere che ancora non siano stati caricati i contanti nel bancomat. Sory.
Niente andrà come avrete previsto, quindi la parola chiave è flessibilità. E pure pazienza.
Demofobia.
Se avete paura a stare in luoghi affollati, questo non è il Paese per voi. In India ci sta un sacco di gente. E quando dico un sacco, intendo veramente tanta. Tanta, ovunque e a qualunque ora.
Quindi dovrete essere pronti a essere risucchiati in un vortice colorato di persone che vanno sempre da qualche parte, portandosi qualcosa dietro e, apparentemente, senza una meta precisa. Ma, a parte lo shock iniziale, presto imparerete che non c’è limite allo spazio che si può ricavare su un autobus, in treno o anche su un tuk tuk, ovvero il piccolo risciò a motore che in teoria dovrebbe portare due persone ma che in pratica ne carica dentro anche sei o sette. Imparerete anche che in motorino si può andare in quattro e che per strada non c’è nulla di strano ad incontrare un elefante fermo al semaforo.
La macchina fotografica.
Portatevela. La più bella che avete. Non fate l’errore di pensare che il cellulare possa essere sufficiente per immortalare i colori e le scene che solo un Paese come l’India può regalare. Le foto saranno i ricordi più belli che vi rimarranno. Oltre a un valigione pieno di sciarpette, statuette di Ganesh, braccialetti, collanine, bastoncini di incenso e creme ayurvediche.
Cibo di strada.
Sì, ma anche no. Il cibo di strada può avere un effetto collaterale in India: la morte tra atroci sofferenze. A parte gli scherzi, se vi trovate ad essere di passaggio, perché rovinarvi la vacanza con un cagotto da competizione? Se proprio non volete rinunciare ad assaggiare qualcosa preparato in un baracchino lungo la strada fatevi guidare dal buon senso: ciò che è fritto generalmente non fa male, ciò che è cremoso potenzialmente potrebbe comportare diverse “soste toilette”. Il chai, ovvero il loro tè speziato venduto un po’ ovunque, è abbastanza sicuro. Non fosse altro perché viene bollito per ore.
Contrattare.
Dovete negoziare su tutto.
Rispetto.
Parliamo di una cultura molto diversa da quella occidentale. Una cultura che richiede una certa capacità di adattamento che non tutti hanno.
Nei templi hindu si entra scalzi; prima di entrare nei templi sikh bisogna immergere i piedi in dei vasconi che si trovano in un cortile e bisogna coprirsi il capo con un pannetto. Potete decidere: o ve lo portate da casa o vi fidate di quello che vi daranno loro all’ingresso. Nelle moschee si entra scalzi ma non il venerdì: il venerdì è giornata di preghiera quindi nella moschea non si entra proprio. E ve lo dico perchè, indovinate un po’, anche il complesso del Taj Mahal ha una moschea dunque il venerdì non è visitabile. Ragazze, evitate pantaloncini o magliette esageratamente scollate. Non sono necessari e comunque vi attirereste molti sguardi di vario tipo: dal lezioso al moralizzatore. Tanto vale comprarsi subito un bel kurta colorato, ovvero la casacca fresca di cotone tipiche di qua, con un bel paio di pantaloni larghi. Così in un colpo solo avrete risolto un sacco di problemi, compreso quello del caldo.
Old Delhi sì, Old Delhi no?
Quando arriverete in India, visiterete come prima cosa Nuova Delhi. Nella quale è racchiusa Old Delhi che, come dice il nome, è la città vecchia. Ora che lo sapete, toglietevi dalla testa il vostro concetto di città vecchia, quello che sicuramente comprende l’idea di monumenti e aree visitabili a piedi. Old Delhi è un delirio. C’è un caos di biciclette, tuk tuk, risciò a pedali, mucche, elefanti, capre e ogni tanto pure qualche cammello. Ci stanno pure un sacco di persone e muoversi non è facile. Ciononostante, Old Delhi sì!
Perché a Old Delhi ci sono ancora gli artigiani della carta di riso che per poche rupie confezionano bellissime lampade, cartoncini e festoni; c’è il mercato delle spezie dove potrete annusacchiare tutti i profumi del curry e, cercando bene, ci sono i commercianti dell’argento (attenti a non farvi fregare, eh). Ad Old Delhi vale sempre la pena andare, specie se poi puoi tornartene in albergo e concedervi il lusso di una bella doccia rigenerante.
L’India è una sfida e, anche se non riuscirete ad amarla subito, una volta tornati a casa non potrete non ripensare al vostro viaggio con nostalgia, affetto e voglia di fare di nuovo la valigia per esplorare quel pezzettino di città di cui avete letto su una guida ma che non avete fatto in tempo a vedere.