Tre drammi per un sipario
Il secondo dei tre drammi si svolge su un palcoscenico, quindi il palcoscenico rappresenta un palcoscenico, le quinte le quinte e il sipario il sipario. Gli attori del dramma secondo sono gli attori del dramma secondo.
Corre un anno a piacimento, secondo la fantasia del regista.
Lo stesso può dirsi per il teatro fisico e il luogo geografico; ciò significa che possiamo collocare un dato teatro in un dato paese diverso dal suo primo (nota bene dico “primo”, non “reale”), o costruire un nuovo teatro, o magari un nuovo paese, o – perché no? – un nuovo spazio.
Libera scelta, va da sé, anche per il contesto storico-culturale, può essere accaduto, immaginato, relativo, assoluto.
È discrezione del regista la presenza o meno di un’eventuale scenografia.
Gli attori del dramma secondo cominceranno ad agire, anche attraversando il palcoscenico
Come di norma le persone fuori dalla platea sono invitate a entrarvi; già pochi minuti prima che ciò avvenga deve avere inizio l’azione. Gli attori del dramma secondo cominceranno ad agire, anche attraversando il palcoscenico: vocalizzi, esercizi di articolazione, esercizi per il corpo, ripasso del copione del dramma terzo, ma anche comuni conversazioni. Tutto tranquillamente udibile o visibile dalla gente in platea che nel frattempo starà presumibilmente prendendo posto.
Il dramma secondo si svolge dentro le quinte.
Il dramma terzo, cioè quello visibile sul palcoscenico, è anch’esso a discrezione del regista: dal teatro classico a quello sperimentale, a quello non ancora scritto. Unica indicazione fondamentale: il dramma terzo dev’essere totalmente privo di volume intenzionalmente prodotto.
Calato il buio sulla platea, si chiude il sipario.
Una voce: Gli ipocriti in scena!
Si attenuano i volumi.
Una voce: Spighe spezzate dall’aria ferma.
Una voce: Soli aggrappati al cielo per non tramontare.
Una voce: Vuoto. Lo riempirò di parole vuote.
Una voce: Eh, sì.
Una voce: Cinque minuti! Spegnersi! La voce si fa più prossima al palco – Spegnersi! Cinque minuti! Cinque minuti, signori! Spegnersi!
Una voce: Com’è là fuori?
Una voce: Un letto d’ospedale.
Una voce: Noi gli infermieri.
Una voce: I dottori!
Una voce: Noi gli infermieri. Il dottore è sublime.
Una voce, a volume un po’ più basso: Pronti! Cominciamo!
Passano pochi secondi, quindi non troppi, si apre il sipario.
Il dramma terzo si svolge in assenza di volume, intanto gli attori dentro le quinte improvvisano il dramma secondo, anche in modo fruibile per il pubblico.
Al termine del dramma terzo, si chiude il sipario come comunemente.
Una voce: Abbiamo perso.
Una voce: Anche stavolta.
Una voce: Abbiamo perso.
Una voce: Abbiamo perso.
Si apre il sipario, anzi, a ben pensarci, viene aperto; gli attori del dramma terzo, come comunemente, si inchinano.
Una voce: Bravi!
Una voce: Bravi!
Una voce: Bravi! Così ad libitum, anche sovrapponendosi.
Si chiude il sipario.
Una voce: Siamo tutti colpevoli.
Una voce: Gli ipocriti!
Una voce: Tutti.
Una voce: Noi abbiamo vinto.
Una voce: Abbiamo perso tutti.
Una voce: Noi abbiamo vinto.
Una voce: Ancora una volta.
Una voce: Ancora una volta.
Una voce: Ancora una volta.
Una voce: Ancora una volta.
Le luci in platea restano spente.