Asilo poetico
Chiedo asilo poetico. Qui non c’è verso che regga. La prosa pure stenta. Quand’è di carta, fallisce. Speriamo di no. Nessuno ha più voglia di scrivere e leggere tra le righe. Molti vivono sopra le righe. Ma non è questo (,) il punto. Allergici come sono alla terra sopra i piedi, è delle loro mani che si spaventano. Allegri e allegorici. Come carri a carnevale che sfilano,
ma poi finisce lì. Giù la maschera. Non giunge la fine, non muore l’inizio. Tra le dita di gesso si scorgono sottilissimi verbi da gridare. Altezze invisibili ed allo stesso momento in visibilio. Basta, chiedo asilo poetico. Altrimenti appendo la penna al chiodo, brucio la carta e spengo il cervello. Posizione aperta di aiuto cuoco. Interessante. Posizione chiusa di aiuto, cuoco. Interessantissimo! In cucina non si smette mai di impanare. Bisogna cercare una via alternativa. Scrivere poesie su commissione, potrebbe essere un’idea. Un componimento di dieci versi? Cinque euro. Con aumento di cinquanta centesimi ogni due versi. Non esiste un tariffario per un lavoro del genere. Piazzarsi a Napoli, sul lungo mare. Scrivendo dieci poesie al giorno. Si camperebbe bene. Tenendo conto dell’avvicinarsi della primavera con conseguente allungarsi delle giornate, si lavorerebbe di più. Il continuo contatto con l’aria di mare che, è risaputo, fa bene pure alla tiroide (molte persone, poeti e non, soffrono di disfunzioni tiroidee (che non vuol dire che tiro idee ed è fortunato chi le prende)), renderebbe tutto più gradevole e leggero. Il vantaggio di venir considerato un artista di strada. Un lavoro da favola, di quei lavori che ti fanno sorridere in maniera naturale. Però forse cinque euro a poesia sono troppi. Anche se in via Caracciolo se ne trovano di turisti e/o visitatori forestieri disposti a spendere qualche extra per l’amore della loro vita. Poi magari si lasciano dopo due giorni. Fatti loro. No, restano troppi cinque euro per una poesia. Ormai un libro di poesie di Pablo Neruda, per esempio, lo si trova anche a meno. Un dramma chiamato putiferio. Vado in Bretagna a cercar la cuccagna qui l’acqua ristagna la Grecia era Magna. Sì, chiedo asilo poetico.