Amore, andiamo all’Ikea?
Una bestemmia. Amore, andiamo all’Ikea è, per alcuni uomini, peggio di una bestemmia. E’ come quando la squadra del cuore perde il derby, oppure ti finisce la benzina in tangenziale, o magari dopo due ore di allenamento in palestra non hai il soldino per l’ascensore, oppure come quando ti si scarica l’iphone mentre sei in chiamata col tuo capo. Se poi si tratta di un pomeriggio, di una domenica qualunque, tra l’altro piovosa, significa che nella tua vita precedente hai fatto qualche cosa di male. E’ la vendetta del karma. Ti devi alzare dal divano, gonfio come una zampogna per quello che sei riuscito ad ingurgitare in un paio d’ore soltanto, mangiando praticamente tutto ciò che ti si è palesato davanti come se non ci fosse un domani e, infilandoti il giubbotto idrorepellente, maledici il fatto che non sia già lunedì. Tua moglie invece, fresca come una fragolina di bosco, copre i bambini con sciarpe e cappelli promettendo loro di portarli in un posto bellissimo, colorato e magico. Prendi l’auto e imbocchi la superstrada. I chilometri non sono tanti. Dopo cinque minuti hai la conferma. Altri uomini sono stati invitati amorevolmente dalle proprie metà, a raggiungere la mecca del caos domenicale. La lunga fila di auto che inforcano l’ingresso ai parcheggi non deprime tua moglie, che anzi pensa che tutte quelle lucine degli “stop” creino un po’ d’atmosfera, come le serie luminose sugli alberi di Natale. Dentro ci sono cinquanta gradi, i bimbi iniziano a spogliarsi e a chiederti se davvero proprio quello fosse il posto magico della mamma. Di lasciarli allo Smaland non se ne parla proprio, ci sono almeno due ore di attesa e tua moglie scalpita per iniziare il tour. Scale mobili. Caldo. Gente. Ti si ripropone ogni tanto il pranzo. Ma oramai sei lì. Tua moglie è un caterpillar che tira dritto e inizia a mettere nella busta gialla, le più inutili stupidità. Non le serve niente, pensi, e allora perché siamo qui?, ti chiedi. Ma taci e spingi il carrello, sperando che quest’incubo finisca presto e che tu possa tornare a slacciare il bottone dei jeans sul divano, che forse serba ancora un po’ del tuo calore. I bambini sono stremati, litigano tra di loro, si fanno i dispetti e si stuzzicano continuamente. Passi in rassegna la tua vita da diciottenne, di quando cambiavi una fidanzata a sera e il tuo unico interrogativo era il “cosa mi metto”. E invece sei lì, tra scodelle e piatti, tra cuscini e candele, tra materassi e mensole, tutte ovviamente dai nomi improbabili. Scale, si scende, finalmente. Respiri. Zona mercatino. Si torna ad una temperatura accettabile. Tua moglie continua a riempire la busta gialla, sempre di più e sempre di cose inutili. Ma meno male che ha la sua carta, pensi. Arrivi alle casse. I bambini si stanno per azzuffare e c’è una fila chilometrica per pagare e tua moglie ha preso più di quindici oggetti. Mannaggia, pensi. Ma oramai un certo non so che, ti dice che la tortura sta per finire. Dopo venti minuti sei di nuovo in auto, i bambini si sono addormentati come pere cotte e tu guidi verso casa, canticchi pure una canzone che hai messo in sottofondo. Casa, tepore, silenzio. Brividi, mal di gola, febbre, tachipirina, pigiama, letto. Meno male che domani è lunedì.
Se anche vostra moglie è tornata dall’Ikea con tanta roba inutile, tra le quali una nuova teglia da forno, fatevi fare questa torta:
Ingredienti per la base:
150 gr farina 00
150 gr zucchero semolato
3 uova
100 ml di latte
50 ml di olio di semi
35-50 gr cacao amaro
1 bustina di lievitoPer prima cosa montate le uova intere con lo zucchero, aggiungete un poco alla volta il latte, l’olio e la farina setacciata insieme al lievito, ed infine il cacao.
Cuocete in forno preriscaldato a 170° per 30 minuti, ma fate la prova stecchino.
Si può mangiare così in purezza o farcirla di panna e mezzo chilo di Nutella.