Vi porto via con me
Oggi vi porto via con me. Ce ne andiamo in Algarve, la parte Sud del Portogallo dove il tempo si è fermato e i colori abbagliano prepotenti, ignari delle stagioni. Questo posto paga il prezzo della sua bellezza ogni estate, quando turisti distratti affollano i sanpietrini, corrono a fare selfie e non rispettano il silenzio sacro delle rocce.
Il mulino di pietra mi guarda senza darmi risposte. Non sa che in un posto del genere non ho nemmeno spazio per le domande
E la vita è tutta qui, in un posto che sa di salsedine, senza neon artificiali, senza industrie, senza rumori di una civiltà che ho già dimenticato. Il mulino di pietra mi guarda senza darmi risposte. Non sa che in un posto del genere non ho nemmeno spazio per le domande. Il silenzio parla più forte di qualsiasi pensiero.
La melodia dei panni stesi cambia ritmo e celebra la risata dei bambini sulla giostra della piazza. Una giostra tonda come un carillon che gira lenta. Tutto è lento, non ha bisogno di correre o di rincorrere. Tutto ha il suo tempo esatto in questa piccola parte di mondo che non conosce inverno.
Come un carillon le reti si muovono lente tra le dita storte, eppure così giuste, dei pescatori.
Tutto tace. Tutto sa che non ci sono domande senza risposte, ci sono solo domande inutili, complicate. E ad ogni domanda corrisponde un’onda diversa. Un movimento continuo che sempre crea e mai distrugge.