La dura vita degli angosciati
Che vita sarebbe senza l’angoscia? Forse meno dura. Ma anche più noiosa. Non è questione di drammatizzare. E nemmeno di lamentarsi per nulla. E’ che le persone angosciate sono quelle che vivono peggio. Non sto parlando dell’agitazione prima di un esame o della tristezza per una storia finita male. Mi riferisco a quello che sta in mezzo. Tra la paura e il dolore, tra l’ansia e la disperazione. Cioè quando si teme in generale, quando il pericolo non è definito e l’inquietudine è rarefatta (ma non per questo meno penetrante).
Dicono che la soluzione più efficace per sconfiggere la paura sia affrontarla. Già, ma se questa non ci pensa nemmeno a farsi riconoscere? Se darle un nome e un cognome è pressoché impossibile? Subentra uno stato di malessere sotto soglia, un perenne trattenere il fiato. Alla fine la paura diventa La Paura, una grande X che funge da contenitore per ogni eventuale disgrazia.
quello che sta in mezzo. Tra la paura e il dolore, tra l’ansia e la disperazione
Chi convive con l’angoscia non starà mai troppo male per una prova da affrontare. Perché l’ostacolo è lì, è identificabile e quindi lo si può fronteggiare armati. Ma se volete la crocifissione dell’angosciato ditegli: “Ti devo parlare“. O: “Vedremo…” Anche se senza dubbio l’uscita più geniale è “Cerca di non pensarci“. Non pensare a che cosa? Almeno ci fosse un problema concreto su cui concentrarsi! E poi cerca? Il verbo cercare implica solo un tentativo, non dà spazio né speranza ad alcuna soluzione. Come a dire: “So che non riuscirai a distrarti, quindi mettiamo il cerca, così almeno non ti sentirai fallito perché ti sei perso di nuovo nelle tue elucubrazioni mentali”.
Il tutto può avere anche un risvolto comico, prendendone le distanze. C’è chi per placare l’angoscia si affida alla scaramanzia, riempiendo di numeri e rituali il contenitore della X. E allora vi capiterà di chiedervi come mai Pinco Pallino indossi un orologio che non funziona più o una maglietta a maniche lunghe il mese di agosto. C’è chi pianifica al millesimo tutte le giornate, per non avere il tempo di pensare, per scongiurare il rischio di un imprevisto. Un po’ come il Bianconiglio nella favola di Alice: sempre di fretta, per nessun motivo particolare. Comportamenti apparentemente assurdi, emotivamente asettici. Eppure, anziché bollarsi come anormale e pazzo, l’angosciato può fare tesoro della sua croce, sfruttando la riflessività e il pensiero induttivo che l’angoscia porta a coltivare.
Alla fine qualcuno dirà:
Su con la vita eh!
E l’angosciato risponderà:
Mi hai forse scambiato per una cintura?