Il cinema: la disperazione e la tenacia.
“Andiamo al cinema stasera?”, mi propone il regista del mio cuore. Silenzio.
Un silenzio carico di preoccupazione. Perché io muoio di voglia di andare al cinema, sul serio.
Ma andarci significa farsi venire un esaurimento nervoso e soprattutto maturare un insano desiderio di prendersela con tutta l’umanità. Andare al cinema in India è una delle cose più difficili che io abbia mai fatto. Più difficile che far capire all’idraulico che non è il caso che faccia l’elettricista improvvisato.
“Come facciamo con i biglietti?” ribatto.
Silenzio.
Sì, perchè il dramma vero inizia proprio dai biglietti.
Innanzitutto devi capire quando e se c’è uno spettacolo in inglese perché tre ore di film in telugu potrebbe comportare che non ci si capisca niente. Ma anche questa operazione non è facile perché tu cerchi su internet e ti dice che sì, certo che lo spettacolo in inglese c’è, ed è magari in prima serata. Tuttavia ormai lo sai che qui devi sempre fare un doppio controllo perché spesso il sito del cinema non è aggiornato. Allora chiami il cinema.
“Buongiorno. Ho visto su internet che avete il film XYZ in programmazione. A che ora c’è lo spettacolo in inglese?”
“Mi dispiace, ma il film XYZ non è più in programmazione da quindici giorni.”
“Ma sul sito dice di sì!”
“Sory. Il sito non è aggiornato. Sory, sory”
In questo caso in realtà il problema non sussiste proprio poiché non essendoci il film, non si va al cinema.
Però potrebbe esserci anche questa situazione.
“Prenotiamo i biglietti su internet, così non dobbiamo fare la fila al botteghino!”
“Sì, sì! Evviva!” (entusiasmo ingiustificato della novellina che pensa di poter risolvere le rogne online)
Dopo trentacinque minuti di trafila, si arriva al momento di pagare. Schermata nera “Sorry. Transaction declined”
Disperazione.
“Dai, chiamiamo la sala”
“Sì. ok”. (L’entusiasmo di prima è andato a farsi un giro).
“Buongiorno, potremmo prenotare due posti per lo spettacolo XYZ?”
“मैं अंग्रेजी नहीं बोलता bye bye sir”.
“Che ti ha detto?”
“Boh, ha attaccato…”
Oppure, peggio ancora, potrebbe verificarsi questo: sei già davanti al cinema, sai per certo che c’è uno spettacolo in inglese e sai per certo che ci sono i posti perché la schermata luminosa sopra il botteghino indica che la sala è mezza vuota.
Entri.
“Buonasera, due biglietti per il film XYZ”
“Mi dispiace, la sala è piena.”
“Ma la schermata dice che è pieno di posti liberi!”
“Oh. La schermata è rotta. Sory!”
A quel punto niente. Torni a casa e ti chiudi in bagno a piangere.
Ecco perché la frase “Andiamo al cinema stasera” desta in me una certa preoccupazione. Però è pur vero che è uscito Guerre stellari e io è un anno che aspetto.
E allora ci proviamo. Ci rechiamo al cinema più triste di Nuova Delhi, quello vicino casa, nella speranza che non ci sia nessuno.
C’è lo spettacolo, ci sono i biglietti e, miracolo, ci sono pure i pop corn! Ok, sono freddi e mosci ma sono pur sempre dei pop corn.
Il film è in 3D e noi siamo dotati di appositi occhialetti che ci fanno assomigliare a dei cretini.
Si abbassano le luci, cala il silenzio in una sala non proprio traboccante di pubblico, si iniziano a sgranocchiare i pop corn e… non si capisce niente.
“Ma tu ci vedi?”
“No… forse dobbiamo abituarci al 3D”
“Ma io non vedo proprio niente. E’ tutto storto…”
“Quello perché sei miope come una talpa. Ti sei tenuta gli occhiali da vista?”
“Certo. Ma tu ci vedi?”
“No. E non sto capendo una mazza.”
E così per quarantacinque minuti.
Al quarantaseiesimo minuto arriva lui. L’indianino della sala cinematografica.
Ha un annuncio da fare.
“Abbiamo montato il proiettore 3D al contrario. Sory”
C’è bisogno di aggiungere altro?
No, non ve ne è alcun bisogno.
Tranne il fatto che noi, comunque, continueremo ad andare al cinema e continueremo a farci venire il fegato a pois nella speranza che almeno una proiezione vada nel verso giusto.