“Scende giù per Toledo” Rosalinda Sprint
Il rumore dei tacchi a spillo di Rosalinda Sprint si perde nella confusione di via Toledo. È in ritardo per colpa delle sue tinture. Questa volta ha provato a diventare biondo con la Camomilla Schulz, dicono faccia meraviglie, ma su di lui non viene poi così bene. Corre Rosalinda, da Montecalvario per tutta via Toledo, e quando arriva finalmente dal sarto il cappotto non è come lo immaginava. Bello per carità, davvero bello, ma il collo, quello lo vuole duro, imponente, alla Maria Stuarda. Delusa torna indietro. Rosalinda sa bene cos’è la delusione, eppure brucia tutte le volte come se fosse la prima. Brucia come le ossa rotte per scappare da quel padre che preferisce avere un figlio morto piuttosto che un figlio ricchione. Brucia come quei tacchi che porta avanti e indietro per la Caracciolo, la Partenope e la Litoranea. Brucia come la notte che la risucchia e che le fa paura. Brucia come quel romantico sogno d’amore che ogni volta la fa morire un po’ di più. Rosalinda vive su a Montecalvario, in una stanza piccola, disordinata, solo un letto, giusto uno specchio, dei vestiti sparsi qui e lì, e tutto l’amore che può contenere quel corpo così gracile e dall’anima in fondo pura. È smarrita Rosalinda, per vivere si prostituisce, ma la sua persona appare senza alcun segno di volgarità. È solo stanca di ciò che la circonda, vorrebbe un mondo meno mercenario, aggressivo, spietato. Quel suo immenso desiderio di amare, di aggrapparsi ad ogni uomo accettabile, la speranza che le viene ogni volta schiacciata, umiliata, buttata via. Sogno irrisolto segnato da infelici incontri. Maschi violenti, egoisti, profittatori, alla ricerca del proprio piacere calpestando il suo cuore, sputandole addosso. Eppure ogni volta ci ricasca, non riesce a smettere di sognare, non rinuncia alla sua parte più umana, la vita nonostante tutto non riesce a piegarla. Rosalinda soffre, muore ogni volta, ma tutte le volte riesce a trovare la forza per dimenticare. Cerca di andare avanti Rosalinda Sprint. Cerca la tanto agognata felicità e in un ultimo slancio di passione decide di partire. In Inghilterra potrebbe esserci una vita nuova, vorrebbe perdersi tra le bianche coste di Dover. Ma niente. Anche lì la delusione la travolge, sul quel molo muore ancora una volta, fra la nebbia e il freddo di quel tempo sospeso tra dolore e solitudine.
“Scende giù per Toledo” è un romanzo breve di Giuseppe Patroni Griffi del 1975, rivisitato e interpretato magistralmente da un appassionato Arturo Cirillo, che ne firma anche la regia. Uno spettacolo duro, crudo, di una disarmante e spietata realtà che ti si appiccica addosso, che ti trascina con sé.
Che gusto c’è a viaggiare se questo partire è diventata una fuga?
Musiche, danze, litigi, violenze, sesso, amore, disprezzo, paillettes ti attraversano, ti macinano il cuore, ti accompagnano alla scoperta della candida dolcezza di un mondo bruto e feroce. Scende giù per Toledo è la vita estrema e travolgente di Rosalinda Sprint, un travestito napoletano.
Da venerdì 15 a domenica 17 gennaio 2106
Napoli, Teatro Nuovo
Marche Teatro – Teatro di rilevante interesse culturale
Fondazione Campania dei Festival / Napoli Teatro Festival Italia
Tieffe Teatro (Milano)
Presenta
Scende giù per Toledo
di Giuseppe Patroni Griffi
con e regia di Arturo Cirillo
scene Dario Gessati, costumi Gianluca Falaschi
musiche originali Francesco De Melis, luci Mauro Marasà
regista assistente Roberto Capasso
durata della rappresentazione 90′ circa, senza intervallo