In Francia la Doggy Bag diventa obbligatoria
In Francia hanno deciso, come obbligo, che i ristoranti sopra i 180 posti consegnino ai clienti gli avanzi del pasto. Che abbiano il cane o no. E’ l’avvio alla campagna anti spreco. D’altra parte anche per noi il calcolo parla di 75 chili di cibo a testa buttato via ogni anno. Dalla “affluent society” alla “garbage society”. E il cibo non poteva restarne fuori.
Ma quel che brilla in tutto questo è la continua contraddizione che il nostro modello sociale non riesce a chiarire a se stesso. Da una parte c’è un sentito bisogno di contenere i consumi: energia, cibo, materie prime e così via, dall’altra misuriamo con costanza mensile produzione e consumi, e ci lamentiamo se non vanno al passo giusto: quella che viene chiamata crescita. Perché senza crescita non c’è occupazione, senza occupazione non c’è benessere, se non c’è benessere non c’è consenso, se non c’è consenso non c’è stabilità, e se manca quest’ultima il futuro è molto incerto.
E allora è buona la teoria della decrescita? In realtà in questo mondo così complesso e complicato, da quando i confini non riescono a tenere lontani persone, idee, denaro, non è intervenuta nessuna nuova buona teoria economica. Continuiamo a usare le vecchie, quelle del mondo precedente, con qualche aggiustamento qua e là. Diciamo che continuiamo a rigirare il cappotto per farlo sembrare nuovo, ma che sia liso su ambo i lati ormai si vede. Ci sono volenterosi che propugnano cambiamenti di stile, ma gli stili non cambiano per legge, e spessissimo neppure per paura, né ovviamente per propaganda. Tanto più in una economia quasi unificata nel mondo. Per di più economia e finanza si muovono libere sul pianeta, ma il benessere non si muove, resta radicato lì dove si trova, acuendo le differenze. Quindi lo spreco da una parte e il bisogno dall’altra non si conciliano, non trovano un punto di incontro. Facciamo quindi il “doggy bag”, ma siamo certi che servirà solo ai possessori di cani.