Sette Corse (L’Autobus)
L’autobus.
So cosa vuoi dirmi e non ho il coraggio di sentirti pronunciare quelle parole.
Ti scrivo che non posso rispondere, tu mi scrivi ti amo.
Secondo anno.
Nel vano tentativo di identificarmi attraverso gli occhi dei compagni, inizio a gustare l’inebriante amaro della solitudine.
Fingo una maledizione color carminio, vestita di cravatte fuori luogo e panciotti aperti troppo grandi.
Guardo il cielo sopra un albero che fa l’inchino, sulla faccia un cappello che odora di capelli sporchi e i fili biondi che abbracciano la corteccia;
Geltrude sta al gioco, prende la mira e mi spara con la sua macchina fotografica di seconda mano.
È un nulla così vellutato, ha l’aspetto di pomeriggi messi in forno con venti grammi di lievito.
Stasera Elena è meno brutta del solito, mi sorprende l’idea di poterle dare un bacio;
domani, in fondo, tutti sapranno prima di noi qual è la verità.
La verità, quella vera, quella scritta dalle persone che guardano senza vedere.
La verità, quella vera, quella scritta dalle persone che guardano senza vedere.
In piazza promuovono il sesso sicuro regalando profilattici infelici avvolti in carta gialla.
Indosso un cappotto che odio; davvero, mi fa schifo.
Anche lui finge una maledizione: il blu scuro sogna di essere nero, il denim sogna di essere velluto.
Elena ha i denti gialli, è stata una serata piacevole ma non usciremo mai più.
I fili di acrilico viola gergmogliano dai ceppi dei guanti che lasciano le dita fredde.
L’anima mi danza accanto mentre cammino in equilibrio sul bordo del marciapiede, non riesco ad avere paura perché tengo per mano la consapevolezza che nulla di cattivo può colpirmi adesso.
Da lontano scorgo il volto del palazzo, il balcone di Romeo apre le gambe al cortile che senza tempo lo ignora; tutto si muove attorno immobile, lui soltanto vibra sopra i tasti del suo pianoforte.
Nel nostro amore ci sono sette corse indelebili, quasi tutte notturne.
uno, siamo artisti
due, noi siamo froci
tre, noi siamo stanchi
quattro, siamo soli
cinque, siam lontani
sei, sporchi di sabbia
sette, siamo morti
Siamo ancora sopra un autobus, Romeo, ed io ti amerò per sempre.