Lettera a mio padre sulla vita che abbiamo vissuto
Da dodici mesi non vivo più con mio padre perché lui non vive più con noi.
Da dodici mesi la malattia che l’ha colpito lo costringe a due passi da casa, ma non a casa.
Sono stati strani questi dodici mesi con lui ma senza di lui per una come me che non è vissuta sotto la gonna della mamma ma più sotto il cappello del papà.
Sono stati veloci questi dodici mesi nei quali ho capito che non smetterò mai di essere figlia ma che posso essere anche qualcos’altro. Ché non ero pronta a cambiare ruolo ma mi è, comunque, toccato modificarlo.
Sono stati lenti questi dodici mesi fatti di immense gioie e di vuoti incolmabili.
Ma siamo ancora qui, nonostante tutto.
E ne vale ancora la pena.
Per questo oggi, a un anno esatto di distanza dal giorno più brutto, voglio abbracciare mio padre e lo faccio con una lettera che gli ho dedicato sul mio blog personale solo qualche mese fa.
Mi perdonerete l’autoreferenzialità.
Da dodici mesi la malattia che l’ha colpito lo costringe a due passi da casa, ma non a casa.