La stessa Sorrento di Caruso e Dalla
Esiste un luogo creato dalla mano di un Dio follemente innamorato e romantico che un giorno scese dall’Olimpo perché incompreso. Nessuno capiva il dolore di un cuore che sta per esplodere d’amore e sulla Terra, dopo un lungo cammino, si fermò su alcuni solitari chilometri di costa che cadevano a strapiombo sul mare. La montagna come inespugnabile fortezza protetta dal mediterraneo. Un luogo perfetto per nascondere quel sentimento che era diventato insostenibile anche per lui, un divino immortale. Il suo peso era così grande da rendere più dolce anche il desiderio della morte, ma allo stesso tempo tanto bello da non riuscire a separarsene. In quel luogo meraviglioso poteva essere sé stesso, poteva amare senza essere giudicato e cullarsi tra le soavi pene della sua tenera cupidigia. Una volta liberato dal suo fardello tornava tra i suoi simili, accumulando altra passione da riversare su quella costiera incantata.
Amore, amore e solo amore. Non si respira che bellezza. Non si ammira che piacere in ogni suo scorcio. Non bastano le parole. Un paradiso in terra. Bisogna essere lì, mano nella mano, passeggiare vicini, lenti, godendo di ogni riflesso.
Lì ci si innamora per davvero
Caruso – Lucio Dalla
Qui dove il mare luccica e tira forte il vento
su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento
un uomo abbraccia una ragazza dopo che aveva pianto
poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto.
Te voglio bene assaje
ma tanto, tanto bene sai
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint’e vene sai.
Vide le luci in mezzo al mare
pensò alle notti là in America
ma erano solo le lampare e
la bianca scia di un’elica
sentì il dolore nella musica, si alzò dal pianoforte
ma quando vide la luna uscire da una nuvola
gli sembrò più dolce anche la morte
guardò negli occhi la ragazza,
quegli occhi verdi come il mare
poi all’improvviso uscì una lacrima
e lui credette di affogare.
Te voglio bene assaje
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint’e vene sai.
Potenza della lirica dove ogni dramma è un falso
che con un po’ di trucco e
con la mimica puoi diventare un altro
ma due occhi che ti guardano, così vicini e veri
ti fan scordare le parole, confondono i pensieri
così diventa tutto piccolo, anche le notti là in America
ti volti e vedi la tua vita come la scia di un’elica
ma sì, è la vita che finisce ma lui non ci pensò poi tanto
anzi si sentiva già felice e ricominciò il suo canto.
Te voglio bene assaje ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai che scioglie il sangue dint’e vene sai
Te voglio bene assaje ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai che scioglie il sangue dint’e vene sai
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Lucio Dalla in un’intervista raccontò che questa sua canzone nacque quasi per caso. Un giorno d’estate si ritrovò a Sorrento per un problema alla sua imbarcazione durante un viaggio verso Capri. Il cantautore bolognese soggiornò così all’Hotel Vittoria di Sorrento, nella suite “Caruso”, stanza che ha ospitato il grande maestro pochi mesi prima della sua morte. Il proprietario dell’albergo gli raccontò che Caruso durante il suo soggiorno, nella suite che affacciava sul bellissimo golfo di Sorrento, dava lezioni di canto ad una giovane allieva di cui si era invaghito. Dalla rimase così affascinato dalla storia che proprio quella sera, a quello stesso pianoforte ormai scordato, ebbe l’ispirazione per comporre Caruso, un brano intramontabile e senza tempo.