Avevamo bisogno del cooking show?
Mangiare è più bello se lo si fa insieme, come durante le feste di Natale. Visto che siamo tutti pieni dalle abbuffate degli ultimi giorni e di cibo non vogliamo nemmeno sentirne parlare, vi annuncio che il neologismo della settimana è cooking show!
Vi sarete di certo accordi della dilagante moda di programmi televisivi che sfornano piatti, trasformando la cucina in un’esibizione; con l’aggiunta di qualche lacrima, una serrata competizione e un fastidioso orologio che ticchetta, cucinare diventa un vero show. Se fino a qualche anno fa la Prova del cuoco teneva incollate allo schermo solo le nonne – che veneravano Bigazzi nonostante mangiasse gatti – e la cucina in tv era relegata a poche trasmissioni di nicchia per gli appassionati, oggi la musica è tutt’altra: adulti o bambini, professionisti o dilettanti, torte o carni, ingredienti esotici o piatti tipici italiani: i cooking show sono un format che funziona e che quindi ha bisogno di una parola – straniera – per definirli.
Usi e origini
Non troverete la voce “cooking show” fra le pagine del Treccani altezzoso che lo ripudia ancora, ma su quelle fresche di stampa dello Zingarelli 2016, che lo annovera fra i suoi più significativi neologismi in uso nel 2015. Il prestito dall’inglese è così diretto e lampante da non necessitare spiegazioni.
È utile questa nuova parola?
Nì, o forse proprio no. Alla domanda: “avevamo bisogno di un nuovo sostantivo specifico per gli show culinari?” senza troppo entusiasmo risponderei di sì, in quanto si tratta di un fenomeno non trascurabile che merita di essere definito con una parola univoca. Alla seconda domanda : “C’era bisogno di attingere necessariamente dall’inglese?” risponderei invece no, perché espressioni come: show di cucina, trasmissione gastronomica o gara culinaria avrebbero ben fatto il loro lavoro; senza passare per la dogana.
È bello come neologismo?
Fa rima con il cugino reality show – col quale siamo così in confidenza da chiamarlo solo reality – e con lo zio un po’ più datato talk show, di conseguenza le orecchie italofone sono abituate al suono di questo neologismo che non ci sembra così nuovo. Allo stesso modo il significato si esplica da solo anche ai soli masticanti d’inglese. Cooking show è un neologismo dal gusto un po’ americano, come un piatto di pasta col pollo, e quindi non adatto a tutti i palati.