E ritorna la Luce
Torna la luce.
Il solstizio di inverno ci riporta al “dies natalis solis invincti” dei Romani: il sole, mai sconfitto dalle tenebre, torna a crescere e a riportare tanta luce alla Terra.
Non è un caso che la Genesi cominci così: “ 1,1 In principio Dio creò il cielo e la terra. 2 La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. 3 Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. 4 Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre 5 e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina”.
Questa battaglia è perenne nello spirito dell’umanità, tanto da attribuire significati simbolici molto forti legati a varie espressioni e concezioni di bene e male.
E così come non è un caso che diverse religioni, in luoghi distanti del mondo, abbiano dato i natali delle loro principali divinità proprio il 25 dicembre, perché il bene e la luce si identificano, insieme alla rinascita della vita.
E anche ciò che fu pagano oggi è religioso, lo spirito dell’umanità non cambia, e i suoi istinti e desideri primordiali stanno nel nostro profondo, anche se apparentemente dimenticati e soffocati dalla modernità.
E il nostro linguaggio è pieno di queste simbologie: ammantato di luce, luminoso, immerso nella luce, radioso, scintillante, luccicante, per non parlare delle pietre più prezioso dove è proprio la luce a fare la differenza.
Questo dovremmo ricordare, anche, in occasione del Natale.
Ricordare che quelle radiazioni, che noi chiamiamo luce, sono la fonte della nostra esistenza come pianeta blu, come natura e come esseri umani.
Con una curiosità alla quale non si pensa.
L’universo è senza luce, perché questa è il modo col quale noi recepiamo quelle radiazioni.
Il che rende la luce ancora più stupefacente, miracolosa, superbamente luminosa.