Ciao Dina
…quando se ne vanno le persone illustri o per lo meno famose, la gente le saluta chiamandole per nome. Mia nonna, pur non essendo una star di Hollywood o di un qualsiasi altro ambiente che sforna VIP, era, nel suo piccolo, una star. Sì, devo usare il tempo passato…
“Nonna ma sei tu? Sembri Sophia Loren!”
“E così anche tu, alla fine, hai deciso di ritornare a far parte del tutto. Adesso sei nell’aria che respiro, nell’orizzonte dove lo sguardo si perde, nel sole che mi riscalda la pelle e soprattutto, sei nella forza che mi spinge ad andare avanti, a voler cambiare il mondo, e a continuare ad essere quel treno che non si ferma mai. Anche se mi sento un po’ più sola…
Essere dall’altra parte dell’oceano mi scoccia un po’, ti dirò, ma allo stesso tempo voglio ricordarti come l’ultima volta in cui ti ho vista prima di partire, anzi, nel modo in cui ti ho immaginata nella mia mente quell’ultima volta in cui ti ho sentita al telefono mentre già lottavi dicendo a tutti che eri stanca e che volevi solo riposare. Adesso il tuo corpo può riposare nonna, ma non ti aspettare che la tua anima si fermi. Tu sei già qui con me, e ti ho sentita prima mentre mi dicevi “non fare la sciocca, asciuga quelle lacrime e raggiungi i tuoi obiettivi“. Sorrido. Non hai mai avuto mezzi termini, hai sempre detto quello che pensavi e di quello che pensava la gente non ti interessava poi tanto.
La leggenda del Generale Bacchin durerà nel tempo. Nessuno si è meravigliato quando è toccato a me recuperare le forze, perché Ovvio, è la nipote del Generale! La grinta – dicono – ce l’hanno nel Dna. E nel mio Dna è dove continuerai a restare viva, senza acciacchi, energica e coraggiosa, con quel cuore che è ripartito da solo, sfidando ogni aspettativa.
Come me, anche tu non credo ti trovassi a tuo agio a parlare dei tuoi sentimenti in passato. Noi siamo sfrontate ma riservate quando serve, e ricordo le volte in cui invidiavo i miei cugini che per telefono ti salutavano con le parole ok, ciao nonna, ti voglio bene. Ma mi conosci, e voglio credere che soprattutto ora vedi e senti tutto, quindi non serve che io aggiunga altro…
Stamattina, quando ho saputo… ho preso le mie cuffiette e ho lasciato che, come sempre quando desidero un segno, la musica mi parlasse senza sceglierla. Nel mio repertorio musicale c’è musica di ogni genere, dal rock alla musica classica, ogni tanto suona una canzone che ti spacca i timpani, e ogni tanto comincia la ballata. Beh, la prima canzone è stata Yellow dei Coldplay. Mi sono commossa. Prima ho pensato questa è per te e invece poi ho capito che eri tu a dedicarla a me! E mentre ripetevo il testo nella mia mente, le tue ultime vere parole, quando ancora non soffrivi Resta come sei, non cambiare mai, mi hanno fatto saltare un battito di cuore. Chi l’avrebbe mai pensato?!
Volevo scriverti e volevo che qualcuno ti leggesse le mie parole prima di questo momento, ma ho sempre rimandato perché avrebbe significato che ormai ci eravamo arresi, che ti stavo dando l’ultimo saluto e non volevo pensassi che ti avremmo lasciata andare così. In realtà tutti ci si aspettava che come sempre ti saresti ripresa, mantenendo la promessa che ogni volta ti ho strappato dicendo ancora due anni nonna o aspetta quando torno dall’America, o dall’Australia, e tu hai sempre resistito, ma stavolta due anni ti sono sembrati troppi. Scusami per averti strappato una promessa che non avresti potuto mantenere.
Mentre camminavo, prima, ripensavo a quella mattina in centro, non mi sovviene che occasione fosse, ma ricordo quel signore che si è fermato a salutarti e che voltandosi verso di me ha detto Sai, non gliel’ho mai detto per rispetto e perché conoscevo tuo nonno, ma tutti eravamo innamorati di lei perché tua nonna era la più bella donna di San Stino; tu non hai accettato il complimento (noi non lo facciamo mai, vero?) e quando si è allontanato, tu un po’ lusingata, (perchè so che lo eri) e un po’ con il tuo fare leggermente presuntuoso hai commentato che sfrontato! ma sotto sotto, eh? …Ridere e piangere allo stesso tempo è la parte tragicomica del lutto.
Spero tu mi stia veramente osservando nonna, perché ci sono tante cose che tu hai sempre saputo prima degli altri e che vorrei sapessi ancora…
Per tanti anni sono rimasta la tua unica nipote, poi il cerchio rosa si è ampliato con l’arrivo di Arianna ed Elisa, e loro, che non hanno ancora l’età per poter, potenzialmente, partecipare a Miss Italia, non subiranno la simpatica rottura di scatole quasi ogni anno del ma perché non ti iscrivi al concorso? Guarda che lo faccio io! Se vai tu, vinci tutto! Allora lo farò io per te! Stresserò loro affettuosamente la vita ricordando che sono belle e che possono farcela. Ah, nonna, nonna, per te avrei potuto essere Miss Italia, sarei potuta diventare Presidente della Consiglio o vincere il Premio Nobel, e se solo ciò servisse a tornare indietro, a cancellare anni di sofferenze, conflitti e a farci stare tutti sereni, giuro che mi impegnerei anche per la parte di Miss Italia che guarda nonna, proprio, non mi interessa. Tu che mi vedevi adatta per la politica, che ne parlavi quando possibile e che ne discutevi, anche con Corrado, con vigore e sicurezza… tu saresti stata in grado di rovesciare questo Paese. E mi scappa un altro sorriso.
Grazie nonna. Di esserci stata quando altri non c’erano. Di avermi mostrato come si cucina bene, con passione, di avermi insegnato ad usare i ferri da lana, di avermi cresciuta e sfamata (anche troppo), di avermi comprato i CocoPops quando ero piccola e stavo male, anche se sapevi che non andava bene e che puntualmente mi facevano fare indigestione (Francesco lo sa bene!), di aver contribuito a completare il codice genetico che mi ha reso la persona che sono oggi e di cui tu eri fiera. Grazie.
Ti rivedrò nei miei sogni nonna Dina, nei ricordi, e soprattutto, nei pensieri che mi accompagneranno finché anch’io mi ricongiungerò al tutto.
Farò finta che questa, più che una lettera sia stata una telefonata e che tu, dall’angolo dell’entrata di casa dove avevi il telefono, mi abbia ascoltata attentamente, con le mani impastate perché stavi facendo il – tuo -pane e il grembiule infarinato. E stavolta, mentre stai per riattaccare ti saluto anch’io così:
Ok ciao nonna. Ti voglio bene.
Laura