Deficienza emotiva
Se la deficienza emotiva fosse un oggetto sarebbe un paio di occhiali con le lenti a specchio. In altre parole, un filtro che impedisce di vedere gli altri e mostra solo se stessi. Non sto parlando di egoismo, nossignori. Anche la persona più altruista e generosa del mondo può essere emotivamente deficiente.
La caratteristica fondamentale della deficienza emotiva è che chi ne è affetto fa ruotare tutto e tutti attorno a un solo asse: l’IO. No, non è nemmeno questione di egocentrismo, anzi, spesso gli individui emotivamente deficienti sono affetti dalla sindrome della crocerossina: farebbero di tutto per aiutare la gente, ma solo perché in quel modo sentono il controllo della vita altrui nelle loro mani. La deficienza emotiva porta a porre la propria persona come causa e conseguenza di ogni fatto. Un esempio? Parlate al telefono con un’amica e le dite che siete un po’ giù. Se questa è affetta da deficienza emotiva vi tempesterà di domande per sapere se è lei il motivo della vostra tristezza, e non vi crederà quando cercherete di spiegarle che proprio non rientra nei vostri problemi e pensieri. Eppure, nel frattempo, avrà appesantito non poco la vostra giornata.
Chi soffre di questo deficit è totalmente sprovvisto di empatia, ovvero della capacità di mettersi nei panni dell’altro. Capita che I deficienti emotivi non sono in grado di mollare la loro idea di felicità: preferiscono realizzarla, svegliandosi poi tutte le mattine…infelici.
I deficienti emotivi credono fermamente che il loro modo di percepire una situazione rispecchi la realtà. Non si rendono conto che esso è frutto delle emozioni e le emozioni altro non sono che la risposta soggettiva al contesto. Può la soggettività essere realtà assoluta? Ovviamente no.
Un altro tratto distintivo della deficienza emotiva è vedere il mondo e le altre persone solo in bianco o nero. Una situazione deve essere stupenda o orribile, un amico il migliore o un traditore. Mancano le sfumature, manca la possibilità di accettare qualche difetto a fronte di tanti pregi o di ammettere le virtù pur in presenza di una parte preponderante negativa.
Infine, il peggio: uomini e donne affetti da deficienza emotiva non cercano la felicità, hanno semmai un’idea di essa e intendono perseguirla senza chiedersi se li faccia star bene o no. Il classico esempio è la carriera: spesso si insegue un sogno, costruito guardando film e leggendo riviste patinate. Si vorrebbe essere manager di successo o taglienti avvocati, poi si inizia a studiare economia o giurisprudenza e si scopre che non esiste materia più noiosa. I deficienti emotivi non sono in grado di mollare la loro idea di felicità: preferiscono realizzarla, svegliandosi poi tutte le mattine…infelici.