Grazie Europa: viaggiare con 5 euro al giorno
Se non fossimo stati parte dell’Unione Europea di certo non avrei mai potuto spendere così poco. Cinquantaquattro euro in undici giorni significa meno di cinque euro al giorno, che comprendono il volo, il vitto e l’alloggio, per arrivare ai souvenirs gastronomici che ho riportato ai parenti in patria.
Con cinque euro al giorno in molte città d’Italia non compri nemmeno una pizza marinara. Il resto lo ha finanziato una realtà che crede in me, crede in Noi giovani europei come cittadini del futuro e che su di noi investe.
Ho fatto richiesta per lo scambio in Romania, nella cittadina universitaria di Cluj-Napoca, qualche mese fa. Mi hanno selezionata, contattata, invitata a comprare i biglietti aerei che mi avrebbero poi rimborsato al 70%, oltre ad assicurarmi il vitto e l’alloggio gratuiti. Che poi l’alcool fosse bandito e che all’occasione avrei dovuto finanziarmelo io era comprensibile. Si può obiettare che la vita in Romania costi oggettivamente meno, ma resta di fatto che cinquanta euro in Italia spesso volano per un cinema e una cena fuori. Ho scelto i miei biglietti aerei e nel giorno stabilito ero all’aeroporto di Roma Ciampino, pronta a partire.
Sono stati undici giorni di apertura, comunicazione, collaborazione, sinergia di forze, dibattiti, crescita collettiva e tanto divertimento. Undici giorni per andare oltre qualsiasi giudizio, per stringere amicizia con ragazzi uguali a noi anche se provenienti da una cultura a tratti diversa: undici giorni di confronto paritario e rispettoso, creativo su più fronti. Giorni che senza il grande aiuto finanziario di questo Gigante europeo – gigante buono da cui mi sento protetta, inclusa ed abbracciata – non avrei mai vissuto, perdendomi quindi amicizie, crescita personale, la visita di una città a grandezza d’uomo e piena di sorprese interessanti.
Penso che quando si parla di Europa se ne parli perlopiù come di qualcosa che non ci riguarda personalmente. Sta lì, sta fuori, ci fa i conti in tasca ma non ci viene incontro mai. Così sembra, stando a sentire molti.
Eppure io sono una di quelle che si son fatte l’Erasmus in triennale, che dall’Erasmus parigino ha avuto modo di viaggiare gratuitamente – sempre grazie a finanziamenti europei – per andare a Bruxelles in visita al Parlamento Europeo; sono quella che se in Romania fosse andata a sue spese avrebbe speso almeno il quadruplo dei cinquantaquattro euro.
Per me l’Europa è viva, l’Europa mi dà una chance di sentirmi proiettata fuori dai problemi di questa piccola patria senza ritrovarmi straniera a tutto e a tutti, l’Europa mi dà la spinta anche quando c’è da scoprire una fetta di mondo che Europa non è, l’Europa crede in me e nei giovani che vogliono conoscerla.
Di fatto, in effetti, se gli scambi europei non si cercano, non si trovano. Sono una realtà di nicchia, che anche tanti miei coetanei ignorano. Ma, come tutte le cose più belle, chi cerca trova. Io ho trovato l’Europa dei giovani, quella che ha scelto una decina di ragazzi italiani per quello che valgono e non per la loro situazione economica, che ha promesso la quasi gratuità del viaggio a tutti loro, affinché non fossero soltanto i benestanti a poter viaggiare. Ho trovato l’Europa che senza basarsi sul censo ci ha fatto divertire tutti allo stesso modo e allo stesso modo crescere, dando a tutti uguali opportunità di conoscere, viaggiare, evolvere.
Questa Europa la formiamo noi che ora usufruiamo delle sue opportunità. Questa Europa siamo anche noi giovani in giro per il mondo, e io in questa Europa credo fermamente.