L’ammazzasogni
Tutti noi conosciamo l’acchiappasogni, quel cerchio colorato e impreziosito da perline e piume. Una piccola bugia che compriamo per ricordarci di stare attaccati ai nostri sogni. Meno famoso è invece l’ammazzasogni, un parassita che si ciba della nostra realtà quotidiana fingendosi innocuo, scarnificando aspirazioni, speranze e progetti.
L’ammazzasogni può ricoprire diverse forme, parla diverse lingue e usa armi differenti. Lo incontriamo in ufficio, in facoltà, al bar, a volte galleggia nell’aria viziata e altre volte è una vocina impercettibile. Sono le lamentele del collega che si mischiano al caffè del mattino, quando gli occhi sono ancora impastati di sonno. Sono tutti i “se” e i “ma” e i “forse” che ti ripeti e che ripeti come fossero un riflesso automatico. Sono tutti i contro della lista che fai per convincerti che non è davvero importante raggiungere il tuo obiettivo, che alla fine si tira a campare lo stesso. L’ammazzasogni sei tu ogni volta che non ti dai credito e ti lasci morire un po’ dentro diventando grigio come le pareti viste e riviste in cui passi la maggior parte del tuo tempo.
Da bravo parassita non fa rumore, mastica in silenzio i pensieri d’oro della giornata finché ti ritrovi indifferente alla vita, alla bellezza, al profumo dei fiori, allo scricchiolio delle foglie in autunno, ai tramonti, alle foto che ancora non hai scattato, alle risate ingoiate e strozzate.
Lo incontriamo in ufficio, in facoltà, al bar, a volte galleggia nell’aria viziata e altre volte è una vocina impercettibile.
La vita è fatta di giorni che passano, e se iniziano ad essere tutti dello stesso colore allora tanto vale lasciarsi scivolare addosso il tempo, le persone, gli eventi, gli inizi e gli spazi. Qualche viaggio in ascensore e ho capito che il parassita trova facilmente un ambiente favorevole, si fa grasso mentre succhia energia vitale e ci lascia come tanti soldatini omologati a far la fila per una vita ordinaria. Una volta dato un nome alla criptonite nascosta tra le pieghe dei minuti, delle ore e dei giorni prometto solennemente di non vivere solo in previsione del fine settimana, di quel viaggio, di quella pausa, di quel giorno di festa. Voglio vivere come se già sapessi che ogni cosa sia un passo in più verso la meta. Come se già conoscessi il quadro finale.