Jack lo squartatore tra scena e realtà
Un’ora e venti senza intervallo. Un’ora e venti senza mai un briciolo di noia o senza perdere l’attenzione rivolta alla scena. Un’ora e venti per sviscerare sulle travi del proscenio del Pozzo e il pendolo, la storia di Jack lo squartatore. La prima cosa che fa rabbrividire è che sì, Jack è esistito davvero. In realtà quando sono stata a Londra ultimamente e passeggiavo sotto i ponti di London Bridge, non potevo non rivivere con la mente la sua storia. Storia che conoscevo a grandi linee ma che comunque, rivissuta da spettatore, mi ha particolarmente scossa. E cosa significa quando uno spettatore viene scosso da pura finzione, da un racconto, da una storia? Significa che gli attori sono bravi. Bravissimi tutti: Marco Palumbo, Lucia Rocco, Fabio Rossi, Sabrina Silversti, diretti dalle mani esperti di Annamaria Russo. E sapete anche perché bravi? Perché ad un certo punto tutti i presenti in sala, abbiamo avuto la netta sensazione che chiunque di loro poteva essere il feroce assassino. So close no matter how far/Couldn’t be much more from the heart/Forever trusting who we are/And nothing else matters
1 Quando l’Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, vidi e udii il primo dei quattro esseri viventi che gridava come con voce di tuono: «Vieni». 2 Ed ecco mi apparve un cavallo bianco e colui che lo cavalcava aveva un arco, gli fu data una corona e poi egli uscì vittorioso per vincere ancora.
3 Quando l’Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che gridava: «Vieni». 4 Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco. A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace dalla terra perché si sgozzassero a vicenda e gli fu consegnata una grande spada.
Perfetta la colonna sonora (soprattutto una Nothing else matter in versione strumentale), e le luci che ancor più incupiscono ciò che già di per sé è tristemente cupo.
Uno spettacolo assolutamente da non perdere, qui tutte le info delle repliche.