Per essere felici (il muretto)
E mi accorgo che sono felice. Spingo sull’altalena, di sabato mattina, una bimba bionda e bella come un angelo in un quadro antico. Si può essere felici senza che sia successo nulla di particolarmente eclatante? E’ Dicembre, oggi faccio il brodo di carne proprio perché è Dicembre, ma ci sono venti gradi in città. La spingo e le guardo i capelli andare su e giù. Ha dei boccoletti alle punte che non pettino mai per paura di perderli. Su e giù, su e giù. Guardo il cielo senza nuvole, ho quasi caldo. Non posso non pensare che a pochi chilometri da qui c’è la guerra. E’ un pensiero che non mi lascia mai. Mi chiedo sempre e in maniera costante cosa ho fatto io, per nascere e vivere qui, al sicuro di una casa calda e solida e senza bombe che mi cadano sulla testa. Bum, bum, bum. Mi figlia ride e mi chiede di andare più forte io l’accontento. Immagino che nel suo pancino ci siano le farfalline svolazzanti provocate dal senso di vuoto. La giostrine sono nuove, le hanno rimesse da poco visto che erano state deturpate e distrutte dai vandali. Il mio non è un quartiere chic, ma ci sto benissimo. Quando esco la mattina, la mendicante che chiede l’elemosina sulla porta della Chiesa, davanti alla quale passo ogni giorno, mi augura sorridendo il buongiorno. E questo mi mette di buon umore. Mentre lì c’è solo bum, bum, bum. “Mia facciamo altri cinque giri e andiamo”. “No, mamma facciamone così e così” e apre la mano destra con tre dita alzate e la sinistra con cinque. “D’accordo, ma poi via” E uno e due e tre. E di là sempre bum, bum, bum. Evito ai miei figli le immagini cruente di questi giorni, ma ho cercato sempre di spiegare loro che sono, come me, dei fortunati. A volte ci riesco e a volte no. Ma intanto Mia è scesa dall’altalena dopo l’ottava spinta senza fare storie. Ora le tengo la manina e camminiamo al sole. L’aiuto a salire su un muretto dell’aiuola dei giardinetti, perché a lei piace camminare come una ginnasta sulla trave. Ovviamente accetta felice.
Maledizione. Maledetto tutto. Maledetto l’uomo. Maledetti i soldi.
“Mamma ho fame”. “Sì, tesoro, andiamo a fare il pollo come piace te”
Per fare le crocchette di pollo vi occorrerà:
(per 4 persone)
750 g di sovracoscia di pollo disossata
2 uova
pane grattugiato
paprika dolce
sale
parmigiano
olio extra vergine di oliva
il succo di un limone
Per prima tagliamo a bocconcini il pollo. Fatto ciò prendiamo un contenitore e mettiamolo a marinare nel succo di limone per almeno un’ora e mezzo. Scoliamo il pollo e sbattiamo le uova con un pizzico di sale. Passiamolo dentro e poi trasferiamolo in un piatto in cui avremo mischiato pane grattugiato, paprika, parmigiano e un pizzico di sale. Facciamo aderire il composto per bene e poi copriamo una teglia con della carta da forno. Facciamoci sul foglio un giro d’olio, disponiamo i pezzi sulla placca e poi facciamo un altro giro di olio. Inforniamo in forno già caldo a 180 gradi per circa 30 minuti…questo dipenderà da quanto sono piccoli i pezzi, e da quanto potente è il forno.